Reddito di cittadinanza al 6 % dei disoccupati: a Piacenza solo al 5,2

Reddito di cittadinanza. Quanti sono i disoccupati (le persone fuori dal mercato del lavoro di età compresa tra i 15 e i 64 anni) che lo hanno ottenuto?

Secondo uno studio de “Il Sole 24 Ore“, che tiene a precisare come i dati emersi siano “un’approssimazione giornalistica” e quindi suscettibili a una messa in discussione (sopratutto considerando che l’enorme massa di lavoratori in nero sfugge, per ovvie ragioni, all’analisi), si stima che a luglio 2019 siano il 6,02% della popolazione. Poche persone quindi, la maggior parte delle quali concentrati nelle regioni del Sud Italia, Calabria in primis.

Interessante vedere come, grazie ad una mappa interattiva, sia possibile verificare nel dettaglio il dato di ogni singolo comune italiano. Spostandoci a Piacenza, emerge come nella nostra provincia la percentuale di persone fuori dal mercato del lavoro (15-64 anni) che hanno ottenuto il reddito di cittadinanza sia quasi ovunque sotto la media nazionale.

Il numero più basso è a Piozzano, dove la percentuale è dello 0,50%. Dati simili si trovano a Gropparello (1,06%); Villanova (1,40%) e Castelvetro (1,64%). In linea generale la percentuale aumenta nei centri più popolati, come Castel San Giovanni (3,07%) e Fiorenzuola (3,81%) fino ad arrivare a Piacenza, dove è stato calcolato che il 5,21% della popolazione disoccupata ha ottenuto il reddito di cittadinanza.

La tendenza si inverte ancora quando si guarda a Zerba, l’unico comune in provincia di Piacenza con una percentuale nettamente superiore alla media nazionale. Qui, il 50% della popolazione fuori dal mercato del lavoro ha ottenuto il reddito. Un dato da prendere ovviamente con le molle, tenendo conto conto della scarsa popolosità del paese.

COME FUNZIONA L’ANALISI? – Per ricavare i dati delle persone disoccupate che hanno ottenuto il reddito di cittadinanza, “Il Sole 24 Ore” spiega di essere “partito dalla mappa di chi non ha un lavoro calcolata su base comunale. Ovvero dalla percentuale di coloro che nel 2018 non hanno dichiarato un reddito sul totale dei residenti nella fascia di età 15-64, aggiornato al 1 gennaio dello stesso anno. Il dato è stato elaborato incrociando numeri del ministero dell’Economia e dell’Istat.

Il risultato era la percentuale di disoccupati e inoccupati sul totale della popolazione presa in considerazione. È ovvio che, avendo calcolato gli occupati come coloro che hanno presentato una dichiarazione dei redditi, sono esclusi i lavoratori in nero. E del resto non esiste qualcosa come un censimento dei lavoratori in nero.

Tutto ciò premesso, dalla percentuale di chi non ha un lavoro su base comunale si è ricavato il numero assoluto di disoccupati e inoccupati su base comunale. Incrociandolo con il dato Inps relativo alle persone la cui domanda di reddito di cittadinanza è stata accolta, aggiornato a luglio 2019, Infodata ha ottenuto la percentuale di chi non ha un lavoro e percepisce il RdC”.

È bene specificare – conclude il quotidiano economico – che per ricevere il reddito di cittadinanza bisogna essere disoccupati, ovvero essere iscritti ai centri per l’impiego ed aver firmato la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro. Ma, per come è articolato, nulla vieta ad una casalinga che abbia tutto l’interesse di rimanere tale di iscriversi ai centri per l’impiego, frequentare eventualmente corsi di formazione e rifiutare ogni offerta di lavoro. Ricevendo però, nel frattempo, un sussidio. Ancora, nel computo ci sono anche gli studenti delle superiori e delle università, che per ovvie ragioni non dichiarano un reddito. Oltre a persone che sono inoccupate e vogliono restare tali. E soggetti che continuano a lavorare anche una volta compiuti i 65 anni”.

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