“La Storia ha fatto cadere il più grande dei muri, quelli nuovi non serviranno”

La storia ha fatto cadere il più grande dei muri; la stessa sorte toccherà a quelli che la politica di oggi vuole costruire.

E’ la lezione di Angelo Bolaffi, filosofo della politica e germanista, ospite della rassegna “L’età dei muri”, ciclo di incontri dedicati al trentennale della caduta del muro di Berlino, promosso dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Intervistato da Gaetano Rizzuto, già direttore di Libertà, Bolaffi ha ripercorso quella grande rivoluzione democratica, di cui forse si era intuito ma non compreso fio in fondo l’arrivo, che portò allo storico 9 novembre 1989.

Come tutte le rivoluzioni, anche questa ha visto promesse non mantenute.

Una su tutte, quella di una sinistra riformista matura. Non a caso, dice Bolaffi, sono in crisi tutti i grandi partiti di sinistra europei. Questo perché, sotto la spinta della globalizzazione – anche questa “regalo” della caduta del Muro – è andato in crisi il modello dello stato nazionale.

“Tutte le sinistre europee sono nate e cresciute costruendo un modello di welfare legato allo stato nazionale, nel momento in cui sotto la spinta della globalizzazione, questi non sono più quelli di prima, perché non hanno più le competenze e la forza sovrana, vanno in crisi. A questo si aggiunge – dice – la spinta dell’immigrazione, che crea tensione proprio nei ceti più deboli, solitamente punto di riferimento per la sinistra. E invece è lì che si creano gli scontri culturali e la sinistra va in difficoltà: non sa se essere pro immigrazione, ed inimicarsi una fetta di elettorato, o assumere una posizione acritica, universalistica”.

Ma neppure la politica del “chiudiamo i porti” può rappresentare una soluzione. “Ok, chiudiamo i porti. E poi? – die Bolaffi -. La Storia ha fatto cadere il più grande dei muri, quelli nuovi non serviranno”.

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