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“Percorsi integrati per valorizzare cibo e cultura” Il progetto foto

Nuovi percorsi turistici integrati per valorizzare patrimonio storico -artistico ed enogastronomia.

La proposta arriva da undici studenti della facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza, ed è stata sviluppata nell’ambito del progetto pluriennale – partito l’anno scorso – incentrato sullo studio e l’analisi delle attività della Diocesi di Piacenza e Bobbio, denominato “Dal business all’anima: un ponte tra Chiesa e società civile”.

Sotto la supervisione dei professori Barbara Barabaschi e Paolo Rizzi, nonché del responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Piacenza-Bobbio Manuel Ferrari, di Don Davide Maloberti e del manager nel settore delle comunicazioni Giuseppe Borea, i giovani studenti – appartenenti ai corsi di Sociologia economica e Economia applicata – nel pomeriggio del 5 ottobre hanno presentato l’esito dell’indagine sviluppata nei mesi scorsi, quest’anno focalizzata in particolare su “Il patrimonio e le attività culturali della Diocesi di Piacenza-Bobbio“. Obiettivo: “Analizzare le attività che la Diocesi promuove in ambito culturale e individuare possibili azioni per valorizzare al meglio il patrimonio culturale, nonché consentirne la fruizione al più ampio numero di persone possibile, dentro e fuori dai confini della Diocesi stessa”.

Ecco quindi che gli studenti nel corso della ricerca, in collaborazione con l’Ufficio Beni Culturali, hanno esplorato la customer satisfaction dei partecipanti ad alcuni eventi organizzati dalla diocesi, divulgando un questionario attraverso la cooperativa Cooltour. I dati raccolti hanno portato anche alla mappatura dei beni storico-artistici presenti nel territorio, per poi – anche grazie al confronto con altre realtà virtuose a livello nazionale – essere tramutati in proposte ed idee per un ulteriore valorizzazione degli stessi.

Come detto, tra i suggerimenti più interessanti sicuramente quello di creare percorsi che mettano insieme promozione del patrimonio e cibo tipico. “In modo – hanno spiegato i giovani impegnati nella ricerca – da far vivere un’esperienza il più possibile completa all’insegna della cultura e dei sapori del territorio. Si ipotizza dunque di coinvolgere i Sette Vicariati, i quali potrebbero indicare all’Ufficio Beni Culturali quali siano le opere culturali ubicate nel loro territorio visitabili attraverso un percorso programmato. Una proposta che, se validata, potrebbe essere strutturata e divulgata attraverso un opuscolo informativo cartaceo distribuibile in Chiese e Musei, ma anche in forma digitale on line”.

“A tal proposito – hanno poi evidenziato gli studenti della Cattolica – abbiamo ipotizzato un “case history” di particolare interesse: ovvero delle giornate-evento nel territorio di Gropparello, Bettola e Morfasso. Qui potrebbe essere organizzato un percorso denominato “Sulle orme di don Giuseppe Borea”, in cui andare alla scoperta, per esempio, della statua di San Bartolomeo (Patrono di Obolo) commissionata da don Borea e realizzata dallo scultore Luigi Stuflesser nel 1938. Altri punti di interesse potrebbero essere il Santuario dedicato a Santa Franca di Vivalta e il relativo pozzo, dove la mitologia narra che l’acqua fosse curativa per le malattie degli occhi; oltre che il dipinto, olio su tela, “La Decapitazione di San Giovanni Battista”, situato nella Chiesa dedicata al santo, ma non solo”.

“Tutti questi collegamenti con la fede – il loro auspicio finale -, la cultura e il territorio potrebbero essere impiegati per valorizzare in modo alternativo il territorio piacentino, ricco di tradizioni ed opere d’arte che devono essere fatte conoscere ad una collettività sempre più interessata a questo genere di turismo”.

La presentazione dell’indagine alla Cattolica è stata arricchita dagli interventi sul tema di alcuni esperti del settore: Maddalena Scagnelli, ricercatrice, musicista ed organizzatrice di eventi culturali; Fabio Obertelli, esperto di economia della cultura e Manuel Ferrari, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi. “Vogliamo sviluppare un sistema omogeneo di gestione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico diocesano – il suo commento -; l’obiettivo nel futuro è rendere il nostro territorio attrattivo ad ampio raggio, andando oltre i confini provinciali e consolidando un’immagine ben definita di Piacenza legata ai nostri beni, i quali ottengono sempre grandi apprezzamenti dai visitatori”.

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