“Tanti ciarlatani negano la crisi climatica. Per la Terra non c’è più tempo, bisogna agire”
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“Per il nostro pianeta non c’è più tempo”. Lo ha detto chiaro e forte Luca Mercalli, meteorologo e volto noto della televisione, intervenuto nella serata del 20 novembre alla Galleria Alberoni di Piacenza in un convegno partecipatissimo che rientra nel ricco calendario di appuntamenti della mostra “L’ultimo Albero”, percorso artistico-culturale alla scoperta dei segreti della natura, dei cambiamenti climatici e delle responsabilità dell’uomo, promosso dall’Opera Pia Alberoni insieme a Biffi Arte, Comune di Piacenza, Musei in Rete di Piacenza e Società Meteorologica Italiana, con il sostegno e la collaborazione di numerosi partner del territorio.
Introdotto da Giorgio Braghieri, presidente dell’Opera Pia Alberoni e dal professore Adriano Marocco, della facoltà di Scienze Agrarie dell’Università Cattolica di Piacenza, Mercalli ha catturato l’attenzione del pubblico per circa un’ora e mezza, intervenendo sui temi dell’emergenza climatica e degli effetti devastanti che l’opera dell’uomo sta avendo sulla Terra. Il suo nome, tra l’altro, compare tra gli oltre undicimila firmatari – provenienti da tutto il mondo – del recente articolo “World Scientists’ Warning of a Climate Emergency”, pubblicato il 5 novembre scorso sulla rivista BioScience.
“Ci sono tanti ciarlatani che negano la crisi climatica – ha esordito -, purtroppo anche nella comunità scientifica. Nell’articolo che ho recentemente firmato, noi scienziati mettiamo in evidenza il fatto di come abbiamo l’obbligo morale di dire le cose come stanno, di far conoscere alla società le reali minacce per il nostro ecosistema, provando allo stesso tempo a limitare i danni. Dobbiamo renderci conto che noi viviamo su un pianeta che ha una dimensione limita. Eppure si continua sentire parlare di crescita, ma questo non è possibile: se continuiamo così la debacle è inevitabile e a farne le spese più di tutti sarà la specie umana”.
“La grande scelta è quindi il riconoscimento del limite – ha evidenziato ancora il meteorologo -, lo aveva già capito San Francesco d’Assisi, che in un certo senso è il padre dell’ecologia, nonostante non avesse nessuno strumento moderno per comprendere le leggi fisiche: nel “Cantico delle Creature” ci ricorda infatti che è la natura che ci governa”.
Supportato da dati e ricerche, Mercalli ha dipinto un quadro allarmante che non lascia spazio ad ulteriori temporeggiamenti. “I numeri ci dicono che non ha mai fatto caldo come nell’ultimo secolo. Nel 2019, i mesi di giugno, luglio, settembre e ottobre hanno fatto registrare le temperature più alte di sempre a livello globale. I ghiacciai si sciolgono, il livello dei mari si alza, ne abbiamo costantemente la dimostrazione: ciò che è successo a Venezia è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo. In virtù di ciò abbiamo due strade che possiamo percorrere – ha spiegato Mercalli -: continuare come si è fatto fino ad adesso, senza prendere provvedimenti, ed allora lo scenario che si aprirebbe sarebbe catastrofico con un aumento delle temperature di 5 gradi entro fine secolo. Se invece iniziamo ad agire, rispettando l'”Accordo di Parigi”, le conseguenze ci sarebbero comunque ma tutto sommato sarebbero accettabili, con le temperature che salirebbero di circa due gradi. Ma bisogna fare in fretta – ha avvertito – , ci vuole un’inversione di tendenza nei prossimi 10-15 anni”.
Ma quali sono nel concreto le misure da adottare per contrastare il cambiamento climatico. “Le soluzioni sono note – ha detto Mercalli – non sprecare; puntare sulle energie rinnovabili e sulla mobilità elettrica; viaggiare meno, sopratutto in aereo; ridurre il consumo di carne aumentando la qualità; smettere con la cementificazione”. E qui l’ospite non ha risparmiato una “frecciatina” anche a Piacenza, invitando a “mettere un freno alla logistica: “I terreni emiliani sono i migliori del mondo – ha aggiunto – non è un caso che qui ci sia l’eccellenza della gastronomia a livello globale”.
“Bisogna iniziare la cura – ha ribadito ancora – e smetterla con il negazionismo, che attecchisce perchè ci toglie un’ansia e ci sgrava di una responsabilità. Come dice Papa Francesco nell’enciclica “Laudato si'”, ognuno di noi deve iniziare a prendersi cura della casa in cui abitiamo, ovvero la Terra”.
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