Una biciclettata alla scoperta degli alberi più antichi di Piacenza

Proseguono gli appuntamenti della mostra evento “L’ultimo albero” con un calendario così ricco e intenso da configurare un vero e proprio festival dedicato ai segreti della natura, ai cambiamenti climatici e alle responsabilità dell’uomo.

Dopo la visita guidata speciale, affollata di pubblico, dedicata ai capolavori lignei alberoniani e alla vita nascosta del legno, domenica 10 novembre si terrà un nuovo e originale appuntamento per tutti coloro che desiderano conoscere più a fondo la città di Piacenza e i suoi tesori naturali, nonché per gli appassionati di alberi e anche per gli amanti della bicicletta.

Alle ore 9, avrà inizio infatti, dalla Galleria Alberoni, la biciclettata “I giganti di Piacenza” che porterà alla scoperta degli alberi più antichi e interessanti della città, dai monumentali, ai secolari, fino alle piantagioni di giovani alberi, le piante che diverranno le secolari del futuro. Il percorso è a cura di Maria Rosa Pezza, studiosa di storia del Collegio Alberoni e di storia locale, e di Lorenzo Stagnati, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili della Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

L’itinerario in bicicletta sarà guidato dall’Associazione Velòlento Ciclo e riciclo, tra gli Enti che collaborano alla mostra evento “L’ultimo albero” e da sempre attivi nelle iniziative culturali alberoniane. Velòlento è associazione di recupero, restauro, riciclo di bici d’epoca, vecchie, in disuso impegnata nella promozione della bicicletta come mezzo di trasporto cittadino e nella promozione della mobilità sostenibile.

IL PERCORSO – L’itinerario è pianeggiante e accessibile a tutti e si snoderà tra la prima periferia e il centro della città. La partecipazione è gratuita e in caso di maltempo la biciclettata sarà rinviata a data da destinarsi. La biciclettata di domenica prossima 10 novembre “vuole permettere a ciascun partecipante di conoscere in modo più approfondito i giganti silenziosi che vediamo e sfioriamo tutti i giorni e ai quali non possiamo quotidianamente dare l’attenzione che meritano”.

Il ritrovo è fissato per le ore 9 alla Galleria Alberoni che costituisce la prima tappa del percorso. Si potrà infatti vedere, al suo interno, L’ultimo albero ovvero la grande pianta, alta più di sette metri con nido alla sua sommità, totalmente dipinta di bianco dall’artista Romano Bertuzzi, e che costituisce l’icona della mostra evento in corso. La seconda tappa porterà nell’adiacente parco del Collegio Alberoni, uno degli spazi verdi più antichi e suggestivi di Piacenza, dove si potrà vedere e conoscere la storia della monumentale quercia che lo abita da almeno 200 anni e che ha raggiunto dimensioni ragguardevoli avendo potuto crescere senza impedimenti. Da un albero prilurisecolare a piante giovani.

La terza tappa infatti svelerà la piantagione di gelsi sita sul podere Spinoni, nei pressi del Collegio Alberoni, e di proprietà dell’Opera Pia Alberoni, curata da Geocart, affittuaria del podere. Geocart, cooperativa sociale di inserimento lavorativo, tra gli Enti che hanno collaborato alla progettazione e realizzazione della mostra evento L’ultimo albero, nel corso di oltre venti anni di attività, ha messo a dimora circa trecentomila piante nel territorio cittadino e provinciale, nell’ambito dei diversi interventi di forestazione, riqualificazione e mitigazione ambientale e nella posa di alberature nelle strade e nei giardini di Piacenza e provincia.

La quarta tappa condurrà invece a Borgoforte dove si potrà vedere e apprezzare il pioppo bianco secolare, l’unica pianta cittadina schedata tra gli alberi monumentali dalla Regione Emilia Romagna, dopo la quercia non più esistente di via Scalabrini. Si tratta di un grande pioppo alto 20 metri con una circonferenza di tronco di 500 cm. La quinta tappa segnerà l’avvicinamento al centro cittadino e condurrà ai Giardini Margherita dove verrà presentata la storia botanica dei due splendidi cedri del Libano che impreziosiscono lo storico giardino. Furono messi a dimora, poco più di centocinquanta anni fa, per volontà di Giacomo Costa in quel giardino privato, ma aperto ai visitatori.

La sesta tappa porterà al cospetto del grande platano sito di fronte alla Chiesa di Sant’Agostino e all’interno del giardino di Palazzo Scotti di Sarmato, ma ben visibile dall’esterno. Da lì si proseguirà, per fare tappa, la settima, nella zona dell’ex Ospedale militare per osservare e conoscere una tipologia di pianta, straniera, ma molto ben acclimatata, che ha conquistato spazio in questa zona: l’ailanto. Attraverso la sua presenza si potrà conoscere la lotta per la sopravvivenza vegetale che premia l’albero più forte che guadagna spazio a volte anche in modo disordinato.

L’ottava e ultima tappa sarà presso il Pubblico Passeggio, il famoso Facsal lungo quasi due chilometri, il cui nome deriva dal termine inglese Vauxhall che denominava i giardini istituiti a Londra nel 1661 sulla riva del Tamigi come luogo di divertimenti e svago. Lungo il Facsal si potranno conoscere con attenzione all’estetica, allo stato di salute e mettendo l’accento sulle caratteristiche che li rendono unici, i grandi platani che caratterizzano il viale.

Una biciclettata tra giganti autoctoni e ospiti colonizzatori – “Si tratta pertanto – spiegano i promotori – di una biciclettata tra giganti autoctoni e ospiti colonizzatori; una pedalata attraverso la città alla ricerca dei giganti, a volte solitari tra abitazioni di una città o retroguardie sperdute nella pianura, a volte nascosti nei boschi dove il frequentatore di sentieri fatica ad individuarli. Sono presenze rassicuranti nel loro silenzio ma pieni di vita, sono gli alberi anziani, quelli che hanno sfidato gli eventi atmosferici di decenni o addirittura di secoli ed hanno mantenuto il vigore dell’arbusto”.

“Ci sorprendono, talora, se paragoniamo il loro tempo col nostro per la loro qualità di testimoni silenziosi. Sono sani e vigorosi, poiché le querce sono alberi che da secoli prosperano nella pianura, che si sono adattati alle nebbie e alla calura come il pioppo, il gelso, il salice o il tiglio. Per non parlare degli aceri, dei castagni, dei faggi e dei platani. Alcuni sono stati generati in terre lontane, ma hanno trovato condizioni favorevoli e competono con gli autoctoni per la propria razione di acqua e di luce, come i cedri, appunto, e tollerano la presenza di ospiti invadenti come la pseudo acacia o l’ailanto”.

LA LOCANDINA

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