Maestre arrestate a San Polo “Indagini condotte con tatto. Emersi comportamenti penalmente rilevanti”

“Le indagini sono state condotte con tutta la sobrietà e la delicatezza del caso, durante le intercettazioni e i video realizzati nell’arco di 14 giorni sono emersi comportamenti penalmente rilevanti”.

Procura maltrattamenti bambini Podenzano

Il sostituto procuratore Matteo Centini, insieme al comandante provinciale dei carabinieri di Piacenza, Stefano Savo, ha voluto chiarire i dettagli dell’indagine che ha portato, nei giorni scorsi, all’arresto della religiosa che dirigeva l’asilo parrocchiale di San Polo (Podenzano) e di due maestre, da parte dei carabinieri della stazione di San Giorgio.

Una vicenda che non ha mancato di scatenare polemiche, con prese di posizione a favore dell’operato svolto dalle maestre. Ma questo muro eretto a difesa dell’asilo mostra alcune crepe: accanto alla denuncia che ha avviato l’inchiesta, si sono aggiunte quelle di alcuni genitori che hanno visionato i filmati realizzati dai carabinieri. “L’indagine è partita da una segnalazione di una mamma che ha cercato riscontri rispetto ad alcuni episodi riferiti dal figlio  – spiega Centini -, e si è insospettita perché una maestra, che non era stata chiamata in causa, è intervenuta in modo non richiesto nel cercare di edulcorarli”.

Da qui gli accertamenti affidati alla stazione dei carabinieri di San Giorgio, con intercettazioni e filmati realizzati nell’arco di 14 giorni (nel video sopra un estratto della documentazione filmata raccolta e diffusa dai carabinieri).

“Quello che abbiamo documentato non erano singoli atti isolati, ma un sistema che si ripeteva quotidianamente – continua Centini -. Sono emersi comportamenti penalmente rilevanti. Non c’è stata da parte nostra un’aggressione nei confronti di una comunità, abbiamo solo voluto accertare la verità, con tatto e attenzione. Qui vanno tutelati i bambini e va fatta rispettare la legge che prevede che la violenza non possa essere utilizzata a fini educativi”.

“L’Arma terrà sempre la porta aperta per i cittadini che vorranno sentirsi tutelati – aggiunge il comandante Savo -. L’invito è quindi a denunciare, perché chi ha subito un torto troverà sempre un militare pronto a ricostruire i fatti nel modo più accurato possibile. I bambini hanno diritto a crescere in un ambiente sano, se questo modello viene messo in discussione, non ci si deve più affidare a giudizi di partigianeria”.

Nell’ordinanza firmata dal Gip Luca Milani si legge di “commenti offensivi anche a sfondo sessuale” nei confronti dei bambini, con scappellotti e minacce come “ti fucilo … ti metto nel forno … ti faccio sanguinare”.

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