“Raccogliamo il testimone di Liliana Segre”, ok dai consigli junior e senior alla cittadinanza onoraria foto

Mentre il Parlamento Europeo tributava un interminabile applauso al discorso della Senatrice a vita Liliana Segre, nella sede del Municipio di Gragnano (Piacenza), il Consiglio Comunale, all’unanimità, unitamente al Consiglio Comunale dei Ragazzi e a una rappresentanza di studenti della Scuola Media di Calendasco, deliberavano il conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre.

“Un momento davvero indimenticabile, uno dei più belli della mia esperienza di Sindaco – afferma Patrizia Calza, primo cittadino di Gragnano -. Liliana Segre non aveva certo bisogno di una nuova cittadinanza onoraria, tanto più di quella di Gragnano; abbiamo voluto questa iniziativa, inconsueta nelle modalità, per diverse ragioni. Per rassicurare la Senatrice che la sua eredità, quando anche lei come gli altri sopravvissuti alla Shoah se ne saranno andati, sarà raccolta da noi e dalle nuove generazioni e la lotta all’indifferenza sarà portata avanti; per rispondere ai rigurgiti di odio e di razzismo che purtroppo si stanno in modo preoccupante ripresentando nel mondo e anche nel nostro Paese; per rinnovare l’ invito ai ragazzi ad essere protagonisti del cambiamento che vorrebbero vedere nel mondo, a partecipare, a fare sentire la propria voce; infine per ricordare agli adulti la grande responsabilità che abbiamo rispetto ai giovani, per i quali possiamo essere esempi positivi o negativi e per invitarli all’ascolto dei giovani che sono capaci di riflessioni profonde che spesso ci interrogano”.

Oltre al discorso del Sindaco sono stati letti gli interventi di Michela Milani capogruppo del Gruppo Consigliare di minoranza, di Edoardo Amisani, Capogruppo del Gruppo Consigliare di maggioranza, del Sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi di Gragnano – Alessandro Morganti – e di Noemi De Bortoli e Asia Ferrari in rappresentanza degli studenti di Calendasco. Gli stessi interventi saranno allegati alla delibera consiliare e fatti pervenire alla Senatrice. Dal Sindaco è giunto il ringraziamento a tutti i Consiglieri senza distinzione, di maggioranza o di minoranza, che hanno immediatamente condiviso e fatto proprio lo spirito della proposta: “Non odiare, non vendicarsi, ma nello stesso tempo non dimenticare”, così come sempre ci invita a fare la Senatrice a vita.

IL DISCORSO DEL SINDACO – Quella di oggi non è una ricorrenza rituale, ma un evento unico: nella sala Consiliare, il Consiglio Comunale di Gragnano Tr., unitamente al Consiglio Comunale dei Ragazzi, si riuniscono per celebrare la Giornata della Memoria. Il compito che ogni anno spetta ai rappresentanti delle Istituzioni in questo Giorno è un impegno doveroso oltre che estremamente doloroso. Insieme a quanti hanno già celebrato o stanno celebrando nel mondo il ricordo della distruzione operata dalla Shoah, ricordiamo oggi quello che è stato.

Il nostro dovere – e quello delle giovani generazioni – è non solo di non dimenticare, ma anche – e soprattutto – di costruire noi stessi memoria, che possa contribuire a mantenere vivo il ricordo di una delle più grandi ferite della nostra storia. Per questo motivo quest’anno, imitando altre amministrazioni comunali italiane, abbiamo deciso di conferire la cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre, oggetto di minacce e costretta a muoversi con la protezione di una scorta. In questo modo intendiamo offrire la nostra testimonianza ai 13 sopravvissuti italiani della Shoah ancora viventi e dire loro che l’orrore di ciò che hanno vissuto e le loro parole non saranno dimenticate perché vivranno e si tramanderanno alle generazioni future come patrimonio personale e collettivo.

Ringrazio per questo tutti i Consiglieri senza distinzione, di maggioranza o di minoranza, che hanno immediatamente condiviso e fatto proprio lo spirito della proposta: “ non odiare, non vendicarsi ma nello stesso tempo non dimenticare” così come sempre ci invita a fare la Senatrice a vita.

Tanti sono gli orrori della Storia ma la Shoah ci tocca più da vicino perché ha funestato non solo l’Europa ma anche il nostro Paese. La strage degli innocenti è quella a cui gli Italiani hanno assistito per lo più nell’indifferenza, lasciando che la carta costituzionale propria dello Stato di Diritto di tipo liberale, venisse palesemente violata e stravolta dalle Leggi razziali. Da sempre, fin da ragazza, da quando lessi per la prima volta il testo scritto da Primo Levi , rimasero scolpite nella mia anima, la prefazione e soprattutto le ultime righe della stessa. Le ricordo:

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947)

Con questa sorta di preghiera, l’autore non vuol dire solo che ciò che stiamo per leggere è accaduto e può ancora accadere ma prima di tutto che il Mondo del lager, con le sue brutture, l’annientamento dell’essere umano, e la vergogna, è stato, è esistito. È stato possibile. Come ha potuto essere possibile? Questa è la tremenda riflessione che ogni immagine dell’olocausto, ogni volta, ci provoca. E ancora: come possiamo dare risposta all’ accorata richiesta del poeta? Io non so rispondere che questo: tramandando i fatti , riflettendo sulle cause, assumendoci la responsabilità di fare in modo che ciò non accada più “perché  ciascuno ha un dovere rispetto alla società e ciascuno ne deve rispondere perché nessun’altro farà mai quello che solo noi possiamo fare” (Novelli)

La visita dei ragazzi al binario 31, il nostro ritrovarci qui oggi, per onorare una testimone che rappresenta tutte le vittime dell’Olocausto, sono certo una risposta: così si fa memoria e si riflette mantenendo viva la domanda sul “perché”. Uniti condanniamo la persecuzione dei cittadini italiani ebrei e dei tanti che per motivi di etnia, condizione, cultura hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte. Nello stesso tempo onoriamo anche i “giusti”, tutti coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Infine ci assumiamo un impegno che non si assolve una volta all’anno ma che richiede una costante e quotidiana attenzione: il dovere di restare umani e di vigilare come fecero i ragazzi della Rosa Bianca e come oggi ci chiedono di fare testimoni come Liliana Segre.

Abbiamo il dovere, in ogni luogo in cui ci troviamo a vivere e operare, di insegnare, difendere e promuovere la libertà, la tolleranza, il rispetto, la solidarietà che sono il miglior antidoto contro ogni sorta di discriminazione fra le persone. Abbiamo il dovere di difendere sempre e comunque i diritti umani fondamentali, e la vita umana, affinché non abbiamo più da provare vergogna , quella stessa vergogna che oltre settant’anni fa ,quando Auschwitz e gli altri campi di sterminio furono liberati, l’Europa e il mondo intero provarono ,scoprendo di aver volto le spalle all’orrore, di non avere avuto il coraggio di vedere e di denunciare, di combattere l’indifferenza al male.

Facciamo nostro l’invito della Senatrice Liliana Segre a scegliere sempre la vita così come Lei stessa fece quando ormai libera ebbe l’opportunità di uccidere il suo carceriere. “Avevo la pistola ai miei piedi – racconta -. Nei campi di concentramento mi ero nutrita di odio e di vendetta. Pensai per un attimo: adesso lo uccido. Ma subito mi dissi che io non ero come quegli assassini e non avrei potuto uccidere nessuno. Non raccolsi la pistola e in quel momento diventai quella donna libera e quella donna di pace che sono anche adesso”.

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