Regionali, l’appello al voto dei sindacati scuola Cgil, Cisl e Uil di Piacenza

Elezioni 26 gennaio in Emilia-Romagna, l’appello al voto dei sindacati scuola di Cgil, Cisl e Uil di Piacenza

Alla vigilia di un importante appuntamento elettorale come quello delle elezioni regionali in Emilia Romagna, le Organizzazioni Sindacali piacentine della Scuola, dell’Università e della Ricerca Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola/Rua, invitano le lavoratrici e i lavoratori del comparto della scuola, università e ricerca a non sottovalutare questo appuntamento e a recarsi alle urne il prossimo 26 gennaio.

Esprimere il proprio voto per eleggere chi deciderà per noi il futuro nostro e dei nostri ragazzi è un diritto imprescindibile e un dovere per ciascun cittadino. Gli obiettivi principali di questo impegno civico sono tre: difendere la qualità di vita e le tutele sociali e civili che fanno di questa regione un punto di riferimento a livello europeo, con alla base valori imprescindibili quali la solidarietà, le pari opportunità e l’accoglienza; rivendicare l’indissolubilità e l’unicità del nostro sistema di istruzione nazionale, a partire dal ruolo strategico che saperi e conoscenza rivestono in un luogo strategico dal punto di vista educativo, industriale e culturale quale l’Emilia Romagna; rispondere alla domanda di futuro che si è innalzata prepotente proprio dalle scuole e dagli studenti, nel corso del 2019, sull’insostenibilità ambientale dei modi di produrre e di vivere.

Le nostre scuole e le università sono da sempre i luoghi che anticipano i cambiamenti della nostra società: qui si confrontano le differenze di provenienza geografica, di estrazione sociale, di credo religioso, e tutto riesce a trovare sintesi ed equilibrio, a dimostrazione del fatto che scuola e  università sono i luoghi del possibile dove si realizza la Comunità educante. Noi crediamo che l’impegno della politica debba essere quello di dare risposte alle ragazze e ai ragazzi che faticano ad immaginare un futuro dignitoso, sviliti da un orizzonte fatto di incertezze e precarietà.

Viviamo in una regione nella quale storicamente gli investimenti sui diritti e sulle tutele sociali e civili hanno garantito qualità alle condizioni di vita; una regione con una fortissima vocazione industriale e nella quale le conquiste del lavoro sono arrivate prima che altrove; una regione vivace dal punto di vista culturale; che rappresenta un unicum e un punto di riferimento nel panorama nazionale. Una regione quindi nella quale la scuola, l’università e la ricerca hanno un ruolo determinante, e che non possono essere spacchettate su base regionale e devono rimanere uniche e indissolubili su tutto il territorio nazionale. L’Emilia Romagna può ancora essere una regione all’avanguardia nella tutela delle persone, dei lavoratori, dei cittadini, se saprà continuare a coniugare il lavoro, lo sviluppo e l’innovazione con la solidità dei valori della solidarietà, dell’antifascismo, dell’antirazzismo.

L’appello al voto della Cgil Emilia-Romagna

Domenica prossima le cittadine ed i cittadini dell’Emilia-Romagna saranno chiamati ad un importante appuntamento con la democrazia. Si voterà per decidere chi e come governerà la Regione. La CGIL, insieme a Cisl e Uil, ha dato un contributo al dibattito elettorale proponendo un Nuovo Patto per il Lavoro. 
Abbiamo avanzato proposte affinché la nostra regione prosegua nel percorso di sviluppo, di crescita e di inclusione. L’Emilia-Romagna ha bisogno di continuare ad essere una regione aperta: all’Italia, all’Europa, al mondo. Se questa regione si affidasse all’odio, alle paure, se si chiudesse in visioni sovraniste o nazionaliste, tradirebbe la sua natura e comprometterebbe la qualità del proprio futuro. 

La Cgil invita alla massima partecipazione al voto. Sappiamo che votare significa scegliere e dunque invitiamo le nostre iscritte e i nostri iscritti a scegliere col voto un’Emilia-Romagna solidale e inclusiva, una rete di servizi diffusi e integrati, una sanità efficiente e pubblica, un’idea di sviluppo sostenibile sul piano sociale e ambientale, e un metodo di governo partecipato, proprio com’è stato in questi anni caratterizzati dal Patto per il Lavoro.

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