Confindustria, crescono fatturato ed occupazione, ma calano gli investimenti. Nasce una “task force” per il coronavirus

In un quadro nazionale ed internazionale complesso e in generale difficoltà, l’industria piacentina chiude il 2019 ed apre il 2020 tra luci e ombre.

E’ in sintesi quanto emerso dalla presentazione dei risultati dell’indagine congiunturale elaborata dall’Ufficio Studi di Confindustria Piacenza, eseguita su un campione di 100 aziende che fatturano complessivamente 3 miliardi e contano circa 9mila addetti. Come sottolineato dal presidente degli industriali piacentini, Alberto Rota, e dal direttore Cesare Betti, buone notizie arrivano da occupazione e fatturato complessivo. Nel primo caso, nel secondo semestre 2019 si registra un +0,66% rispetto all’anno precedente; mentre per quanto riguarda il fatturato, nello stesso periodo, i dati parlano di un +0,48%.

Tuttavia non mancano gli elementi di preoccupazione, in particolare nei confronti del settore meccanico, quello più rappresentativo della nostra provincia. Secondo l’analisi di Confindustria, si registra una diminuzione del fatturato complessivo (-2,06 %) dovuta in prevalenza ad un calo (-4,05%,) delle vendite estere, influenzate dalla crisi del settore automotive in Germania, dal rallentamento di Cina, Brasile e Russia e dalle incertezze portate dalle minacciate, ed in parte attuate, politiche daziarie. Fatturato in crescita invece nell’industria alimentare (+2,43%), in quella edile (+3,52%) – dove si deve però tenere conto dell’andamento negativo del settore in generale, in cui in un decennio il fatturato si è sostanzialmente dimezzato – e negli altri settori (+1,85%) come quello tessile, arredamento, legno, chimica/plastica.

La criticità principale riguarda la voce investimenti, calati dell’11,59% rispetto all’anno scorso. “Un dato – ha commentato Rota – riconducibile a questo clima generale di incertezza a livello nazionale ed internazionale”. Secondo il rapporto, a Piacenza il tema degli investimenti inficia anche la disponibilità al reperimento di nuove risorse umane. Questo è visto come il primo ostacolo indicato dagli imprenditori, i quali denunciano ancora una volta il problema della mancanza di rispondenza tra le figure ricercate dalle aziende e quelle disponibili.

Presentazione analisi congiunturale Confindustria (Betti, Rota, Luca Groppi)

L’attacco degli industriali è rivolto principalmente alla classe politica italiana: “siamo il paese con il peggiore risultato dell’Eurozona – le parole del presidente -. Abbiamo la percezione di essere sempre in campagna elettorale, di non riuscire a fare una politica economica di lungo respiro. Da un mese siamo bloccati sul tema, sicuramente importante, della prescrizione – gli ha fatto eco Betti -, ma non facciamo nulla per rimettere in moto la macchina industriale. Se è vero che ci sono questi 100 miliardi per le infrastrutture questo è il momento di farli partire”. Interrogato sulla nomina ad assessore al Lavoro dell’Emilia Romagna del piacentino Vincenzo Colla, Rota ha poi dichiarato. “Sono contento ed onorato di questa decisione, è una figura competente che ha idee innovative per il mondo del lavoro. Abbiamo in mente di incontrarci presto”.

All’interno di questo trend negativo, i vertici di Confindustria rilevano comunque con soddisfazione una crescita degli investimenti sulla formazione, al top in provincia. “Significa – la riflessione di Alberto Rota – che le aziende sempre più sono convinte che i dipendenti costituiscano il reale valore aggiunto”.

Discorso a parte lo merita la questione Coronavirus. “I riflessi che avrà sull’economia sono grandi – ha detto Luca Groppi, responsabile dell’Ufficio Studi -. A livello produttivo la Cina è un gigante e il fatto che abbiano la produzione bloccata è un grosso problema; dall’altra parte i danni principali per le aziende italiane riguardano le fiere e gli approcci commerciali: si stima che per quanto riguarda le fiere ci saranno cali del 40% di partecipazione degli espositori, e del 30-35% dei visitatori. In sinergia con Confindustria nazionale e le altre associazioni di industriali abbiamo costituito una “task force” che proverà a dare assistenza agli imprenditori per fronteggiare le numerose problematiche legate a questa emergenza. Tutti i giorni c’è qualcosa di nuovo – ha evidenziato – i dipendenti sono spaventati, non vogliono maneggiare pacchi che provengono da oltre l’Ungheria”.

Per il futuro prossimo il quadro economico non preannuncia grossi cambiamenti. “Si prevede una sostanziale stabilità – ha concluso Rota – il clima di incertezza, che è ciò che ci preoccupa maggiormente, si dovrebbe protrarre anche nel prossimo semestre, intaccando prevalentemente la disponibilità degli imprenditori ad assumere personale”.

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