“E’ la domanda che alimenta la schiavitù” In corteo contro la prostituzione foto

Un corteo in città per dire no alla prostituzione e allo sfruttamento sessuale delle donne.

E’ una tradizione che si ripete ogni anno grazie all’impegno della Comunità Papa Giovanni XXIII che anche a Piacenza promuove, in collaborazione con le diocesi di diversi territori, gli eventi “Insieme contro la tratta”.

La manifestazione ha preso il via da viale Pubblico Passeggio per raggiungere il centro attraverso Corso Vittorio Emanuele, facendosi strada tra lo “struscio” del sabato pomeriggio. “Le persone sono state create per essere amate, non per essere usate come le cose” – è uno degli slogan utilizzati dagli organizzatori. Tra i presenti anche la vice sindaco di Piacenza Elena Baio e la consigliera regionale Katia Tarasconi.

Corteo contro la prostituzione

Sul sagrato della chiesa di San Francesco si sono svolte alcune letture pubbliche e una performance. Alle ore 18 e 30 in Cattedrale si tiene la Messa celebrata dal vescovo della Diocesi di Piacenza-Bobbio, monsignor Gianni Ambrosio.

Corteo contro la prostituzione

L’8 febbraio di ogni anno si celebra dal 2015 la Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, nella memoria di Santa Giuseppina Bakhita, schiava sudanese venduta a fine ‘800, all’età di 7 anni, ai fini dello sfruttamento sessuale. A oltre un secolo di distanza la sua sofferenza si ripete sulle strade e nei bordelli di tutto il mondo.

corteo contro la prostituzione

Di seguito il testo della petizione “Questo è il mio corpo” promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII:

Al presidente della Camera Roberto Fico
Alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati
Al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte

La tratta di esseri umani e lo sfruttamento sessuale hanno come cause profonde la diseguaglianza tra uomini e donne e la povertà, aggravate dalle disparità etniche e da altre ingiustizie come i conflitti armati. Le vittime appartengono alle categorie vulnerabili, in condizioni sociali e economiche sfavorevoli. Andare con una prostituta è una “libertà” esercitata nei confronti di una persona che non è libera e non ha scelta: soggetti deboli, a volte poco più che adolescenti, privati dei documenti, sradicati dal loro paese, non in grado di difendersi e di reagire; donne vendute, costrette con la forza o ‘esportate’ con l’inganno. Un consenso apparentemente libero è invece una catena di sopraffazioni che culmina con il cliente. Che conosce questa situazione, e diventa lui stesso uno sfruttatore. La prostituzione è sempre abusante. Allora il contrasto alla prostituzione va affrontato dal punto di vista del cliente.

Corteo contro la prostituzione

È la domanda che fa il mercato, che dà impulso alla tratta e allo sfruttamento. È la domanda che alimenta la schiavitù. Paesi europei come la Svezia e la Norvegia hanno fatto da tempo la scelta di vietare l’acquisto di prestazioni sessuali a pagamento – nota come “modello nordico” – e hanno ottenuto una forte riduzione del fenomeno. Recentemente anche la Francia ha approvato una legge che introduce sanzioni nei confronti dei clienti. È arrivato il momento per l’Italia di fare una scelta precisa e non più rimandabile.

Chiediamo al parlamento italiano di approvare una legge che preveda l’introduzione di sanzioni per chi si avvale delle prestazioni sessuali di soggetti che esercitano la prostituzione, affinché venga fermata questa inaccettabile forma di sfruttamento nei confronti delle persone più vulnerabili.

corteo contro la prostituzione

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