Il presunto ladro “Furto Klimt un gioco di prestigio. E se Ricci Oddi avesse comprato un falso?”

“Ricci Oddi ha acquistato questo Klimt per 30mila lire nel 1925. Guarda caso un falsario londinese che fa dei capolavori, insignito dalla Regina Elisabetta come falsario, ha operato in Italia dal ’20 al ’30, guarda caso…Non è che per caso Fugazza scopre che poi alla fine Ricci Oddi si è comprato un falso? Aspetta, che figura ci faccio io Fugazza…”

Potrebbe essere questo, secondo uno dei presunti responsabili del furto, il movente che avrebbe portato alla sparizione del “Ritratto di signora” poco prima di una importante mostra a Palazzo Gotico a Piacenza dedicata al pittore austriaco. L’uomo, che si è autoaccusato del furto del dipinto e risulta fra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura, ha parlato all’inviato de “Le Iene” Alessandro De Giuseppe, intervista trasmessa nella puntata di giovedì della nota trasmissione di Italia Uno.

“Mi ha fatto una domanda la polizia – ha affermato -, mi ha chiesto: “Ma non è che Fugazza, direttore stimatissimo, c’entra qualcosa con voi?” Ho detto: “Ma cosa dice?” Però, vedi che l’hanno pensato?”. Proprio la vedova di Stefano Fugazza, all’epoca direttore della Galleria Ricci Oddi, è stata iscritta nel registro degli indagati: l’ipotesi di reato è ricettazione. Era stato Fugazza a raccontare nei suoi diari l’idea che lui stesso ebbe, pochi mesi prima della sparizione del Klimt, di inscenare un finto furto dell’opera per promuovere la mostra che si sarebbe tenuta da lì a poco.

“Il furto è stato proprio un gioco di prestigio. Al momento l’opera non era uscita, il gioco di prestigio è stato quello: gli inquirenti dovevano fare i propri accertamenti, dopo di che è uscita” – riferisce sempre il presunto ladro nell’intervista, lasciando intendere che l’opera sia rimasta nascosta all’interno della galleria fino al termine delle ricerche delle forze dell’ordine e poi fatta uscire.

“Il quadro ha cambiato posto diverse volte – afferma ancora -, in Toscana, a Milano, ma è sempre stato in Italia. Ci sono stati tentativi di vendita, non è stata offerta nessuna cifra. C’era un sistema: da un quadro originale si poteva poi riprodurre delle copie perfette, quindi sai, se io vendo dieci Klimt a poco diventano una cifra”. Tentativi non andati a buon fine e l’opera – sempre secondo la versione dell’uomo – sarebbe poi stata proposta anche alle forze dell’ordine: “Se volevano il quadro…parlo della procura, della polizia…volevo due milioni, punto. Così ne avrei avuto una soddisfazione, se no cosa faccio, tengo il quadro 22 anni per che cosa? Il ritrovamento così casuale ha cambiato tutto, nessuno lo poteva prevedere”.

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