“Lo spazio ibrido”, Fabbrica&Nuvole ospita la presentazione del giornalista Casalini

Sabato 15 febbraio (ore 17.30) il giornalista Simone Casalini, caporedattore del Corriere del Trentino – Corriere della Sera, presenterà il suo libro “Lo spazio ibrido. Culture, frontiere e società in transizione” (Meltemi, 2019) a Piacenza nello spazio “Fabbrica&Nuvole” in via Roma 171 gestito dalla libreria Fahrenheit 451.

Con lui dialogherà Patrizia Soffientini del quotidiano Libertà.

IL LIBRO – Il cimitière du Trabuquet a Mentone – luogo dell’eterotopia foucaultiana – che riaffaccia alla Storia l’esperienza dei tirailleurs sénégalais e il confine bloccato di Ventimiglia che a cento anni di distanza ospita migranti con gli stessi nomi e cognomi dei tirailleurs che combatterono durante la prima guerra mondiale nell’esercito francese.

La frontiera mutevole del Brennero dove famiglie pachistane abitano gli stessi spazi appartenuti a Goethe durante il suo viaggio in Italia e l’eresia tunisina nel mondo arabo sospesa tra la laicità e l’islamismo rivisto di Rachid Ghannouchi. E ancora: il mare condiviso dell’arabeggiante Mazara del Vallo, il pluralismo sociale dei carruggi genovesi (e i confini plurali del corpo) e l’architettura della diversità nella periferia di Trento.

E poi la figura della donna islamica sospesa tra stereotipia e esegesi del Corano. Un filo sottile percorre questi territori di sperimentazione/contraddizione dove agiscono i processi di creolizzazione e i respingimenti culturali. La loro esplorazione è una viaggio negli spazi interstiziali della società o nel “terzo spazio”, come l’ha definito il filosofo indo-americano Homi Bhabha, in cui Casalini combina reportage, inchiesta e saggistica seguendo la scia luminosa delle teorie postcoloniali.

Lo spazio ibrido può sembrare un ossimoro nel tempo attuale dove compaiono muri e si incitano nuove modalità di frontiera. E invece vuole sottolineare le intessiture e gli accavallamenti che quotidianamente si verificano nella società e che da secoli modellano il sistema delle relazioni sociali, accolgono il contagio culturale, trasgredendo le raffigurazioni statiche e ancestrali. Vuole ancora situarsi nell’oltre, nello spazio che si interpone, “esser parte di un tempo di re-visione, di un ritorno al presente per ri-descrivere la nostra contemporaneità e ri-scrivere la nostra vita comune” (Homi Bhabha). E falsificare l’idea di una realtà che viene raffigurata attraverso polarizzazioni (autoctono/allogeno, bianco/nero, progresso/regresso, civiltà/tribalismo) che non hanno nessuna corrispondenza con la verità storica, culturale e sociale dei luoghi.

La frontiera, il tempo e il post-islamismo sono, infine, le tre bussole concettuali che Claudio Magris, Franco Rella e Hamadi Redissi cercano di orientare per gettare un fascio di luce sull’incerto presente.

Simone Casalini, giornalista professionista, è caporedattore del Corriere del Trentino-Corriere della Sera e collabora con alcune riviste di politica internazionale (Eastwest e Dialoghi mediterranei), curando in particolare l’evoluzione sociopolitica della Tunisia e il tema delle migrazioni. È anche docente a contratto all’università di Trento. Si è laureato in Scienze politiche all’Università di Urbino. Ha pubblicato Intervista al Novecento (Egon, 2010) in cui attraverso la voce di otto intellettuali – tra i quali Sergio Fabbrini, Toni Negri, Franco Rella e Gian Enrico Rusconi – ha analizzato l’eredità del secolo breve e Lo spazio ibrido. Culture, frontiere e società in transizione (Meltemi, 2019). È coautore del libro collettivo La Trento che vorrei (Helvetia, 2019) e del documentario sulla primavera araba tunisina: Tunisia, nove anni dopo. La rivoluzione sospesa (2020).

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