Regionali, i Liberali insistono “Tracollo nel divario di voti tra Piacenza e provincia”

Continua il botta e risposta sull’esito delle elezioni regionali tra la maggioranza di centrodestra e l’associazione Liberali di Piacenza, realtà che di questa maggioranza fa parte. 

È difficile discutere con chi non si rassegna ai numeri e cambia di continuo confronti. Convinta (forse) una squadra, che si era per prima spinta a tirare somme (sbagliate), ecco che ne compare un’altra, sempre tetragona a fare il bene del centrodestra e credendo di illudere in questo modo e convincere gli elettori.

L’Associazione dei liberali ha fatto un confronto nell’ambito di uno stesso territorio omogeneo (la nostra provincia) e nell’ambito dello stesso turno elettorale (quindi, senza sfruttare positività di carattere generale) ed ora un’inedita squadra di consiglieri comunali confronta i dati addirittura con altre elezioni, alle quali il centro destra era andato in modo assai diverso, e cioè meno favorevole.

Facile aumentare i voti rispetto ad allora… ma a che pro se non per confondere acque ed idee? L’Associazione insiste quindi più che mai (rafforzata nei propri convincimenti, dimostrati per tabulas, e – indirettamente – anche dalle armi spuntate di chi pretende di contraddirli) nell’evidenziare che, nell’ambito del divario città capoluogo/centri della provincia registrato in tutta la regione, la città di Piacenza ha subìto un tracollo nel divario dei voti cittadini assolutamente impensabile ed evidentemente dovuto a fattori locali.

Quali, non si può dimostrare coi numeri, ma si può facilmente intuire in una città nella quale governa una Giunta (formalmente) di centrodestra. Questo, a chiusura di una polemica che è stata montata da esponenti – per quanto si sa – dei gruppi e/o partiti di “centrodestra”, che neanche si accorgono dei danni che, in essa insistendo, continuano a maggiorare a carico della Giunta comunale di Piacenza.

Anche la loro tabella aggrava infatti la constatazione, quest’anno e rispetto alle altre province, che il divario è aumentato, e assolutamente in controtendenza. Né serve a riflettere proficuamente, rispondere Roma per Toma (cioè, il tipo di confronto), anziché modestamente ritirarsi a riflettere.

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