Ristorante col cartello “chiuso”, ma dentro ci sono i clienti. Denunciato il titolare

Il ristorante espone il cartello “chiuso”, ma all’interno si trovano diversi clienti tra cui una donna incinta.

A fare la scoperta la Guardia di Finanza, in campo insieme alle altre forze di polizia nei controlli per garantire l’osservanza delle misure contenute nel Decreto “anti coronavirus” dell’11 marzo, finalizzate a contenere la diffusione epidemiologica in atto.

Durante questa attività è stato individuato un esercizio commerciale del centro di Piacenza, con attività di bar e ristorazione in centro città, con alcuni clienti all’interno nonostante l’espresso divieto di chiusura imposto dalla normativa vigente. In particolare – spiegano le fiamme gialle -, il titolare del ristorante, pur avendo esposto all’esterno il cartello con la dicitura “Chiuso”, al momento del controllo era intento a somministrare cibi e bevande agli avventori presenti nel locale che stavano consumando tranquillamente il loro pasto.

Tra i frequentatori dell’esercizio commerciale (nel complesso sono stati identificati otto clienti), uno ha spiegato di aver lasciato la propria abitazione semplicemente per salutare il titolare dell’esercizio commerciale, suo amico; una donna invece, in stato interessante, pranzava in compagnia di altri amici, apparentemente incuranti del pericolo. Altre persone, nel tentativo di eludere i controlli, si sono invece allontanate passando da una porta sul retro.

Alla luce della palese inosservanza, i militari del Gruppo di Piacenza hanno denunciato, alla locale Autorità Giudiziaria, il titolare del bar e l’amico che si era recato lì per mere ragioni di svago, in violazione dall’art. 650 del c.p., non avendo ottemperato ad un provvedimento dell’Autorità. La posizione degli altri sette avventori è stata rimessa alle valutazioni dell’Autorità Giudiziaria, in quanto trattasi di soggetti stranieri. Per il titolare dell’esercizio commerciale, oltre alla denuncia penale, è prevista anche la sanzione della chiusura dell’attività da 5 a 30 giorni.

“Al di là dell’episodio che denota, da parte di qualcuno, una grave sottovalutazione delle minacce dell’epidemia, – sottolineano dal Comando provinciale della Guardia di Finanza – è indispensabile ribadire come resti alta l’attenzione delle Fiamme Gialle nella lotta a comportamenti irregolari della specie, perché rischiano di vanificare non solo i sacrifici di imprenditori e cittadini onesti, che in questo momento di profonda crisi scelgono di seguire le norme emanate per fini sanitari e di sicurezza pubblica, ma anche compromettere i già pesanti sforzi del sistema sanitario nazionale”.

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