Le Rubriche di PiacenzaSera - Le Recensioni CJ

Una playlist per la fine dell’inverno

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UNA PLAYLIST PER LA FINE DELL’INVERNO di Giovanni Battista Menzani

PEARL JAM – Superblood wolfmoon
Il nuovo singolo dei PJ, dopo tanti anni di silenzio.
È di per sé una notizia.

TAME IMPALA – Breathe deeper
TAME IMPALA – One more year
Lo psych-rock della band australiana è sempre meno psichedelico e ormai si è evoluto in una dance di classe, tra atmosfere spaziali e pose hippy, un flusso continuo che lotta contro il lento ma inevitabile scorrere del tempo. Brani come “One more year” sono l’ideale colonna sonora di una guida galattica per autostoppisti.

PERFUME GENIUS – Describe
L’atteso ritorno di uno dei nostri must. Mike Andreas pare abbandonare l’orchestrazione tronfia e baroccheggiante dell’ottimo “No shape” per dirigersi verso nuovi territori noisy. Senza deludere. “Describe” è nata come una ballata estremamente cupa, e col tempo si è trasformata in “questa canzone bestiale”: “volevo sentirmi più aperto, più libero e più spiritualmente selvaggio”, dice. L’album (“Set my heart on fire immediately”) è in uscita il 15 maggio per la mitica label Matador.

GRIMES – Delete forever
GRIMES – You’ll miss me when I’m not around
Ma la vera svolta è quella di Claire Elise Boucher, da Vancouver, Canada. Con il nome d’arte Grimes si è messa in luce (oltre che per la sua relazione con Elon Musk) per il suo stile vocale – spesso accostato a Enya e Bjork – e per una darkwave nera ed eterea per la quale lei stessa ha coniato il termine “etereal nu metal”; non a caso incide per la 4AD che fu di Cocteau Twins e This Mortail Coil. “Miss Anthropocene” – un concept album ispirato ai manga che tratta delle tendenze autodistruttive dell’uomo, tra cambiamento climatico ed era digitale – si apre a sonorità più facili, più pop, e si candida sin da ora al ruolo di successore di “Norman fucking Rockwell”. In “Delete forever” trovate addirittura dei mandolini country.

DESTROYER – Kinda dark
Altra perla preziosa da Vancouver, Canada.

BEATRICE DILLON – Workaround Two
BEATRICE DILLON – Workaround Seven
BEATRICE DILLON – Square fifths
Al debutto sulla lunga distanza, la compositrice londinese – sempre in equilibrio tra elettronica e acustica, tra musica da camera e culture club, loop, bites e violoncelli – ci regala uno dei primi capolavori del 2020.

YVES TUMOR – Gospel for a new century
Non ci siamo mai stancati di ascoltare “Living an orchidee”, uno dei pezzi più forti degli ultimi tempi. Dopo “Applaud”, a fine 2019, ecco un nuovo singolo, in attesa del nuovo album di questo enigmatico artista statunitense dall’identità tuttora sconosciuta.

KING KRULE – Stoned again
KING KRULE – (Don’t let the dragon) Draag on
Nostalgia di due piatti e un mixer, questo attacco di Archy Ivan Marshall in coda al gospel avrebbe spaccato: accontentiamoci del digitale e delle sue pause artificiose. All’interno di un disco notturno e fumoso, a volte persino sfuggente – sì, pare sempre un po’ sospeso, sembra quasi che KK non osi andare fino in fondo, limitandosi a restare sulla superficie di una musica tecnicamente perfetta – ecco un brano (“Stoned again”) in cui osa, invece, eccome se osa.

BEN WATT – Balanced on a wire
Ex Everything but the girl e allievo del Maestro Bob Wyatt. Da seguire, sempre.

MAHMOOD – Rapide
Finora aveva scherzato, a quanto pare. Ballata intensa e sofferta, che segue di poco l’ottima “Andromeda” scritta per Elodie. Bravo.

BRUNORI SAS – Per due che come noi
Altra ballata deliziosa. “Cip!”, l’ultimo album del cantautore calabrese, ha diviso la critica italiana. È vero, almeno un paio di pezzi deludono, ma davvero non comprendiamo i motivi della ricerca assillante di riferimenti: Gaetano, Dalla, De Gregori, persino Battisti. Dici poco, poi.

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