Addio a Vittorina Cordini, una vita spesa per la formazione dei giovani e delle donne

Piacenza piange la scomparsa di Vittorina Cordini, 91 anni, figura di primo piano nell’impegno sociale della città.

Dopo aver conseguito il diploma di ragioneria, entra a far parte del movimento delle Acli e contribuisce a dare vita, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 all’ente di formazione professionale Enaip, come ricorda lo stesso Luigi Menozzi, che con Vittorina Cordini ha condiviso un’esperienza e un’amicizia ultra decennale. “Sono molto addolorato della sua scomparsa, Vittorina è stata una personalità molto significativa per Piacenza: insieme abbiamo costruito Enaip, dagli inizi sullo Stradone Farnese, fino a ricoprire, a vicenda, il ruolo di direttore e presidente – spiega Menozzi -. Quella di Vittorina per la formazione professionale dei giovani era una vera vocazione, lei, essendo diplomata in ragioneria, seguiva in maniera principale il settore terziario. Era la sorella maggiore degli insegnanti, un’amica, li aiutava fornendo linee guida e le indicazioni necessarie per far sì che gli studenti potessero sviluppare il proprio progetto professionale. Era scrupolosa e precisa, attenta e presente, anche al di là degli orari di lavoro”.

Ginetta, vescovo, Vittorina

Ginetta Cordini, il vescovo Gianni Ambrosio e Vittorina Cordini

Accanto alla formazione professionale, altro tema caro a Vittorina Cordini era quello della condizione della donna, come ricorda Giuseppina Schiavi, presidente della Casa della Giovane e già alla guida del Centro Italiano Femminile di Piacenza. “Ho conosciuto Vittorina quando, da ragazza, facevo parte del movimento femminile della Dc. Lei e la sorella Ginetta avevamo come modello di riferimento Tina Anselmi, che conoscevano personalmente – racconta Schiavi -. Vittorina ha svolto un ruolo fondamentale, per noi donne: ci ha traghettato dalla generazione del ‘900 agli anni ’70. Si è sempre interessata alla questione femminile, impegnandosi affinché noi potessimo avere lo stesso spazio degli uomini sia in ambito lavorativo che politico, promuovendo iniziative di conciliazione tra i temi di vita e di lavoro e corsi di formazione. Come quello, organizzato insieme al Cif, alla quale era ancora iscritta, dedicato a “Oltre il tetto di cristallo”, promosso oltre 30 anni fa, e mirato proprio a promuovere l’accesso delle donne a professioni tradizionalmente considerate maschili”.

Un affettuoso ricordo arriva anche da Roberto Agosti, attuale presidente delle Acli. “Per noi lei era la storia del nostro movimento – racconta -, svolgendo incarichi anche a livello nazionale, sia in consiglio che nell’ufficio di presidenza. Per me era tuttora un punto di riferimento: se avevo qualche dubbio, chiedevo consiglio a lei”. “Era una persona molto attenta all’evoluzione sociale e ai problemi delle donne e della comunità tutta – la ricorda Patrizia Calza -. Anche in tempi recenti non mancava di commentare gli avvenimenti sempre alla luce della sua grande fede”.

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