Biasucci “Troppo presto per portare bambini fuori di casa, si rischia di vanificare quanto fatto”

“In questo momento non è ancora opportuno portare fuori i bambini di casa”.

E’ il messaggio chiaro e diretto di Giacomo Biasucci, primario di Pediatria all’ospedale di Piacenza, pubblicato sulla pagina facebook dell’Azienda Usl di Piacenza in riferimento alla circolare del Viminale che consente ai genitori di minori di fare passeggiate intorno alla propria casa con i figli.

“I risultati ottenuti grazie ai decreti ministeriali – evidenzia Biasucci – in tema di lotta al coronavirus stanno funzionando e non è ancora giunto il tempo per abbassare la guardia. E’ troppo presto per concedersi l’ora d’aria all’aperto. Siamo tutti d’accordo sugli effetti benefici delle passeggiate, soprattutto in questa stagione, sia per i piccoli, sia per gli anziani. Ma non possiamo vanificare tutti i risultati positivi che abbiamo raggiunto. Se riusciamo a pazientare ancora un paio di settimane, potremo poi avere una chance in più di aver superato in maniera solida e stabile questa epidemia”.

“È vero, negli ultimi anni – prosegue il pediatra – siamo stati poco abituati a gestire i figli a casa, soprattutto per tutto il giorno e per più giorni di seguito, come sta accadendo in questo periodo. Ma dobbiamo in qualche modo provare a identificare delle modalità per distrarre i bambini, per farli giocare, studiare, magari per coinvolgerli nelle attività quotidiane, dalla cucina alle pulizie domestiche, ovviamente nel rispetto della fascia d’età cui ci stiamo rivolgendo. In questo momento non è ancora opportuno portare fuori i bambini: molto probabilmente si creerebbero assembramenti che potrebbero essere pericolosi”.

L’indicazione del dottor Biasucci è provata dai dati che emergono in questi giorni dai ricoveri in ospedale. “A distanza di un paio di settimane dall’inizio della restrizione più rigida rispetto al distanziamento sociale e a tutte le norme e le ordinanze che sono state assunte anche qui a Piacenza, stiamo cominciando a vedere una riduzione degli accessi al Pronto soccorso generale. Ciò vuol dire che potremmo avere una riduzione auspicabile di quei casi che evolvono purtroppo in situazioni più gravi. Quindi – la considerazione del primario -, se è vero che la reclusione in casa non è sicuramente un aspetto cui siamo abituati e che è poco piacevole in assoluto, al momento l’unica possibilità sembra essere questa. I benefici di una camminata in un parco non sono paragonabili alla necessità di limitare i contatti sociali”.

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