Didattica a distanza anche per l’istituto Gazzola, Malinverni “Manteniamo vivo l’amore per l’arte”

Lo storico dell’arte e del costume Alessandro Malinverni, conservatore del Museo Gazzola e docente di Storia dell’arte, ha inaugurato da ormai un mese la didattica a distanza per gli studenti della più antica scuola d’arte di Piacenza, rispondendo al bisogno di bellezza acuito da questa chiusura forzata di mostre e musei. Lo abbiamo intervistato per saperne di più sul suo lavoro e sulle nuove modalità per divulgare la storia dell’arte.

Per chi, come lei, ha fatto dell’arte un vero e proprio mestiere, tenendo lezioni e conferenze, curando rassegne, mostre e pubblicazioni, organizzando viaggi e gite di istruzione, quanto è cambiata la vita a causa del Coronavirus?

Come tutti, fatico a stare chiuso in casa: sono sempre stato abituato a muovermi, per visitare chiese, palazzi, musei, mostre e approfondire così le mie conoscenze e tenermi aggiornato. Sfrutto però questa reclusione forzata per rivedere e migliorare le presentazioni dei miei corsi e riordinare il materiale cartaceo e digitale raccolto negli ultimi quindici anni. Continuo a viaggiare, ma lo faccio dalla scrivania, sui libri e su internet: per fortuna molte collezioni sono on line, e lo sono anche gli archivi e le biblioteche.

Ha dovuto annullare molti progetti?

A marzo avrei dovuto inaugurare la prima mostra sul figurino d’alta moda a Piacenza, organizzata da Biffi Arte; in aprile era prevista l’ottava edizione del Gazzola Day; tra aprile e maggio avrei dovuto curare due importanti iniziative a Parma e a Piacenza dedicate a Mozart e al rapporto tra musica e costume. Tutto è stato rinviato a date da destinarsi.

Presumo che molto del tuo tempo sia dedicato alla didattica a distanza, sia con gli studenti del Gioia che del Gazzola. Come procede e come valuta questa esperienza?

L’insegnamento mi aiuta ad affrontare questo periodo drammatico. Molti miei conoscenti hanno perso qualcuno di caro, e avverto tutta la loro sofferenza. Tenere lezione mi sprona a non cedere alle tristezze e alla malinconia: ogni mattina ho un motivo per alzarmi dal letto. Certo, il contatto con gli studenti e la possibilità di interagire con loro mi mancano. Anche a distanza, però, si può tenere viva quella fiammella di amore per l’arte. Non ho mai concepito la mia attività come un lavoro, ma più come una vocazione: non riuscirei a fare nient’altro, nemmeno se lo volessi, ed è l’unica cosa che mi appaga. Ogni giorno cerco di condividere con i miei studenti quello che ho imparato e nel condividerlo apprendo anch’io qualcosa: i loro dubbi, le loro considerazioni e interpretazioni, il loro modo di vedere sono una continua fonte di arricchimento per me, anche a distanza. In definitiva, le lezioni a distanza non sono poi così male. Sinceramente però preferisco quelle tradizionali…

Lezione a distanza con Alessandro Malinverni

Il caso del Gazzola appare emblematico di come, anche nella nostra città, sia vivo l’interesse per l’arte e la cultura. Non si tratta di una scuola dell’obbligo, quindi attivare le lezioni a distanza è ancora più meritevole. Può descrivere come stanno andando?

Ormai insegno al Gazzola da otto anni, da quando Ferdinando Arisi mi chiese di sostituirlo. Nel tempo la lezione di Storia dell’arte, su richiesta degli studenti, è passata da 2 incontri al mese a 8. Per me è una gioia insegnare a persone di età diverse, dai 16 anni ai 70, che decidono in tutta libertà di intraprendere un cammino di approfondimento. Le lezioni a distanza avvengono due volte alla settimana. Come piattaforma usiamo skype. Gli studenti sono una trentina. Io mi collego e condivido con loro il mio schermo, mostrando ogni volta slide differenti. Adesso stiamo trattando il Liberty. Certo, non è tutto rosa e fiori: a volte ci sono problemi di connessione, a volte le immagini appaiono agli studenti con un po’ di ritardo, ma alla fine dobbiamo essere grati a questa tecnologia che ci permette di fare qualcosa di impensabile solo venti anni fa!

Un proposito per quando l’emergenza sarà finita?

Prima viene la tutela della salute nostra e degli altri, poi viene l’Arte. Ma confesso che non appena sarà possibile, rispettando tutte le regole, cercherò di mostrare ai miei allievi l’arte del Novecento “dal vivo”. Iniziando ovviamente dai tesori di Piacenza!

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