“Il mio primo giorno in teatro durò solo 5 minuti. Il sogno? Cantare con Placido Domingo”

Questo maledetto coronavirus ha avuto e sta avendo effetti devastanti non solo sulla salute, ma anche sull’attività professionale di tanta gente.

Tra i più colpiti troviamo gli artisti, i cantanti lirici in particolare. Se tutto andrà per il meglio le previsioni indicano nel prossimo dicembre la ripresa dell’attività nei teatri, anche se non si conoscono ancora le modalità. Tutti sappiamo quanto sia lungo e difficile per un artista il cammino per raggiungere un livello di carriera tale da consentirgli di non avere più problemi economici. Indubbiamente ci vuole talento, costanza, sacrificio e, talvolta, anche fortuna. Si tratta di una crescita faticosa, irta di difficoltà con molteplici ostacoli da superare. Interrompere l’attività per circa un anno (con l’incognita del futuro) può avere effetti disastrosi sulla loro carriera col rischio di essere interrotta definitivamente. In verità qualcosa si sta muovendo e certamente lo Stato verrà a loro in soccorso, ma anche nel migliore dei casi potrà riparare il danno subito.

Approfittiamo di questa lunga pausa per presentare colui che attualmente è il cantante piacentino di maggior successo: il basso Mattia Denti, autentico piacentino “dal sass” essendo nato (il 13 settembre del 1974) in via San Siro, proprio di fronte al teatro della Filodrammatica. Oggi è un cantante affermato; ha cantato e canta nei miglior teatri del mondo. Non è ancora un vip, ma lo diventerà perché sta completando una maturazione artistica musicale che gli ha permesso di raggiungere già alti livelli con ancora buoni margini di crescita. E’ lui a raccontarci la sua storia:
“Per noi artisti lirici, tutto ciò si mischia al silenzio “assordante” dell’assenza dei nostri amati Teatri e del nostro pubblico. Ed allora, in questo tempo dilatato, trovano spazio aneddoti, ricordi, pensieri. Questi sono giorni particolari, direi tristemente unici. Tutti stiamo facendo i conti con una quotidianità asettica, traslata improvvisamente in una vita domestica riscoperta, dove però l’incertezza su più fronti regna prepotente, lasciando talvolta, ai più, un velo opaco che toglie il sorriso”.

Il cantante lirico piacentino Mattia Denti

“Penso a quando da ragazzino, grazie al mio professore di musica, nelle scuole medie ho iniziato ad appassionarmi alla classica e alla lirica; i soldi erano molto pochi e quindi grazie a un paio di zii appassionati, che mi prestavano le musicassette, potevo ascoltare tante cose; fino a quando ho iniziato a potermi comprare i primi cofanetti di opere complete. Ho iniziato a cantare a 14 anni nella corale di Torricella con l’allora diciottenne Maestro Marco Beretta che mi ha dato i primi insegnamenti musicali e tecnici, ma il mio primo maestro è stato, anche se per poco a causa della sua prematura dipartita, il grande baritono concittadino Piero Campolonghi, amico di famiglia, che, ascoltatomi una volta di nascosto, a casa, mentre chiuso in camera “doppiavo” i grandi del passato sulle loro incisioni, ha insistito con mia madre perché andassi a lezione da lui. Poi ho avuto altri maestri e ho seguito diversi master con grandi.”

L’ANEDDOTO – “Ripenso al primo giorno di lavoro in Teatro (nello specifico il Carlo Felice di Genova) come artista del coro (aggiunto), dopo aver superato un’audizione con l’allora Maestro del coro Ciro Visco preparata in fretta e furia con Patrizia Bernelich qui in città. Emozione ed entusiasmo alle stelle perché finalmente, all’età di 27 anni e mille vicissitudini della vita, riuscivo a gustare quel famoso mondo a cui fin da bambino sognavo di prendere parte, ma dopo 5 minuti dall’inizio della prima prova di sala un “anziano” del gruppo si alzò sbraitando e dichiarando lo sciopero: tanto durò il mio primo giorno in Teatro fra lo sgomento e l’incredulità. Pochi anni dopo continuai a studiare a Genova e a lavorare come aggiunto (soprattutto a Nizza e Montecarlo) per mantenere gli onerosi studi, poi arrivò il mio primo contratto come solista al Wexford Festival e da lì iniziò la mia avventura.

I SUCCESSI – “Da allora ogni alzata di sipario racchiude ansia ed emozione; fra le tante, una che ricordo molto bene fu la prima volta alla Scala con un piccolo ruolo, proprio in una ripresa della Traviata nell’allestimento di Liliana Cavani andato in onda qualche giorno fa su Rai 5. Altra emozione il mio debutto, qui al Teatro Municipale di Piacenza: quello della mia città! Un altro sogno che si avverava e per di più che ne conteneva altri, come debuttare con l’opera che più amo (Nabucco), nel ruolo che più amo (Zaccaria) e al fianco di uno dei “mostri sacri” della Lirica, Leo Nucci. Cosa si può sperare di più? Beh, certe cose diventano parte integrante della tua vita, del tuo respiro”.

“Tanti i teatri in cui ho avuto l’onore di esibirmi e spero possano essere tanti altri. Particolarmente nel cuore ho il nostro Municipale, la Fenice di Venezia, il Regio di Torino, il Lirico di Cagliari, solo per citarne alcuni, come in tanti altri in tutte le parti del mondo, in Sud America in particolare. In tutti questi anni (16 come solista), tanti sono i colleghi cantanti, direttori, registi, personale dei teatri con cui ho condiviso gli spettacoli e quasi con tutti (è comprensibile) ho avuto rapporti umani e professionali squisiti, che trovo siano indispensabili per ottenere spettacoli col cuore! Rimasi colpito, alla prima produzione nel coro a Genova (Andrea Chenier), da Antonio Salvadori che trissò Nemico della Patria con il grandissimo Maestro Plasson, che alla fine si girò verso il pubblico e disse: “Adesso per favore fateci andare avanti!” Uno dei miei sogni sarebbe quello di poter cantare al fianco di Placido Domingo, che ascoltavo da bambino in un paio di musicassette che aveva mio padre: guardavo le foto delle copertine e fantasticavo”.

Il cantante lirico piacentino Mattia Denti

“Ora, fra i mille modi per cercare di far rinascere il teatro da questo incubo, ci viene in aiuto la tecnologia con interviste, streaming, videochiamate con blog; ma tutto è ben poca cosa senza il “suono” del calpestio del palco, del contatto con i colleghi, col direttore. Rimpiango perfino il rumore delle caramelle scartate nel silenzio…Mi considero davvero molto fortunato, anche se qualche volta non sono mancate le delusioni come quando dovetti rinunciare al debutto nel Requiem di Verdi a causa di una fortissima tracheite, ma la fortuna maggiore, probabilmente, è la tenacia e la perseveranza che mi sostengono e la dedizione allo studio”.

Mattia Denti vive a Pieve Porto Morone con moglie Loredana (violinista) ed una splendida figlia (Iris). Da ragazzo ha giocato al calcio nelle file del Pro Piacenza, del Podenzano e selezione piacentina.

Il cantante lirico piacentino Mattia Denti

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