L’emergenza Covid frena le richieste di credito delle imprese: -26% a Piacenza

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Dalle elaborazioni effettuate sul patrimonio informativo di EURISC – il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF – emerge una flessione del -14,7% del numero di richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese italiane nei primi 3 mesi dell’anno, con una dinamica negativa accentuata dall’incertezza derivante dalla pandemia di Covid-19 e dal conseguente lockdown che ha condizionato l’attività di numerosi settori dell’economia nazionale inducendo le imprese italiane ad adottare un approccio attendista.

La contrazione riguarda sia le Società di capitali, che nel trimestre hanno fatto segnare un -11,2%, sia le Imprese individuali, per le quali il calo è stato pari a -19,9%. Dall’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF emerge un altro dato interessante rappresentato dall’aumento dell’importo medio richiesto, che nel I trimestre dell’anno si attesta a 68.974 Euro nell’aggregato di Imprese individuali e società (nello stesso periodo del 2019 era risultato pari a 63.119). Per quanto riguarda le Imprese individuali, le richieste di credito hanno visto un importo medio pari a 28.811 Euro contro i 93.371 Euro delle Società di capitali.

Anche alla luce dei provvedimenti varati recentemente dal Governo, con la conseguente costituzione di nuove garanzie e la semplificazione delle istruttorie per l’accesso alle stesse in particolare da parte di PMI e Imprese individuali, va sottolineato come il 58,6% del totale delle richieste di finanziamento complessivamente presentate nei primi 3 mesi del 2020 abbia avuto un importo inferiore ai 20.000 Euro (la distribuzionee dei finanziamenti per fascia di importo effettuata da CRIF ha questa soglia). Per le Imprese individuali, l’incidenza dello scaglione fino ai 20.000 Euro arriva a spiegare addirittura il 66,8% del totale, cosa che lascia presupporre un’ampia estensione del provvedimento a coprire l’esigenza delle imprese che, va ricordato, nel nostro Paese sono prevalentemente di piccola e piccolissima dimensione.

LA SITUAZIONE IN EMILIA ROMAGNA – Tra le regioni maggiormente colpite dall’emergenza sanitaria, la Lombardia mostra una contrazione delle richieste nel trimestre di osservazione pari a -18,9%, il Piemonte -18,5%, il Veneto -16,4% mentre in Emilia Romagna la flessione si ferma a -14,2%. Anche l’importo medio richiesto in regione risulta in calo nel periodo di osservazione, attestandosi a 61.875 Euro contro i 63,345 Euro del corrispondente periodo 2019.

A livello di singole province, l’Emilia Romagna presenta un andamento disomogeneo, con una flessione delle richieste più accentuata a Piacenza e Parma, dove l’impatto dell’epidemia è stato più marcato, che hanno fatto segnare rispettivamente un -26,2% e un -20%. Bologna, Modena, Ferrara e Ravenna si attestano tutte intorno a -15%. Per quanto riguarda l’importo mediamente richiesto, invece, il valore più consistente è quello registrato a Bologna, con 92.085 Euro, seguito da Reggio Emilia, con 77.313 Euro, Ferrara, con 61.267 Euro, e Ravenna, con 60.898 Euro.

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