“No al ricatto tra vita e salario” logistica in sciopero a Piacenza

Più informazioni su

Emergenza coronavirus: lavoratori della logistica in sciopero anche a Piacenza.

“Esprimiamo soddisfazione – dichiara il coordinamento piacentino del Si Cobas, sindacato che ha organizzato la protesta a livello nazionale – per la riuscita sul territorio provinciale dello sciopero. Quella che il Governo ha chiamato “fase 1” ha visto la chiusura soltanto di una piccola parte delle aziende, che, col metodo delle autocertificazioni, ha continuato l’attività produttiva (1.300 le imprese solo a Piacenza). Il Governo, su mandato delle leghe padronali, ha fornito la scappatoia per sottrarsi alla chiusura, anche grazie all’avallo di un accordo-farsa firmato con i sindacati confederali il 14 marzo. Come Si Cobas ci siamo opposti a questa politica, a difesa della vita e della salute di tutti i lavoratori e le lavoratrici, attraverso l’astensione dal lavoro in tutte le filiere non essenziali e la rivendicazione sistematica di dispositivi e provvedimenti di protezione in quelle essenziali (sanità e alimentari)”.

“Denunciamo con forza l’irresponsabilità delle istituzioni piacentine – afferma il Si Cobas -, a partire dalla giunta di Piacenza che irresponsabilmente non è intervenuta esigendo una chiusura totale dei magazzini contribuendo così al diffondersi del contagio. Oggi il Governo si appresta a varare la “fase 2”, riaprendo progressivamente i settori rimasti chiusi. Ma nel frattempo per migliaia di lavoratrici e lavoratori l’emergenza continua e le condizioni economiche peggiorano. Per questo, nella giornata del 30 aprile siamo scesi in sciopero, unendo alle rivendicazioni territoriali anche la richiesta di carattere nazionale del pagamento immediato e con anticipo delle casse integrazioni, nonché della fornitura di adeguati dispositivi di protezione”.

“Per quanto riguarda il territorio piacentino – informa il sindacato -, l’adesione è stata come sempre vicina al 100% nei grandi magazzini della logistica: TNT, GLS, Leroy Merlin, Geodis, CEVA, XPO. L’attenzione si è focalizzata su due situazioni problematiche in particolare. La prima è il magazzino OVS di Pontenure, dove i lavoratori si apprestano a subire il quattordicesimo cambio appalto in nove anni, con conseguente perdita di TFR e delle ultime spettanze maturate come di consueto avviene in questa circostanza. La seconda è la Steriltom, storica azienda di lavorazione pomodoro, dove tutto il reparto magazzino ha aderito al SI Cobas ma ancora manca un riconoscimento sindacale da parte della committenza e del fornitore di manodopera E.Co.S. società cooperativa. Lo sciopero sarà riproposto nei mesi a venire fino a raggiungere una completa tutela economica per le lavoratrici e i lavoratori italiani”.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.