“Portate questa medicina a mio marito”, ma è una lettera d’amore

“Portate questa medicina a mio marito, ricoverato in ospedale”.

E’ questa la richiesta che una signora ha rivolto alla Croce Rossa di Piacenza, attiva in queste settimane con il servizio “Pronto farmaco”, per aiutare i piacentini più fragili a non uscire di casa. Ma la medicina da consegnare, come ha raccontato l’operatore di Croce Rossa Giuseppe Colla alle telecamere di “Chi l’ha visto”, in realtà è un balsamo per il cuore: una lunga lettera, come si intuisce dal peso della busta bianca che la racchiude.

“Parafrasando Gabriel Garcia Marquez, è l’amore al tempo della pandemia. Eppure sono frammenti di vita vera, vissuta, autentica – dice Colla -. La medicina da consegnare al marito è una lunga lettera, l’ultima, prima che il coronavirus se lo porti via. Una busta semplice, sigillata, con il nome e il cognome del marito, la data di nascita. Una busta ricca, con tanti fogli, il racconto di una vita trascorsa in due. La nostra mente è andata oltre. Quella era la vera medicina: tanto amore”.

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