“Sono stato curato a Castello con l’eparina. Siamo davvero un’eccellenza della sanità”

“Questa è davvero una malattia subdola, la cosa che più mi fa arrabbiare è che non riesco a capire come abbia potuto contrarre il virus. Sono sempre stato molto attento”.

Sandro Fabbri, già direttore di Arpa Piacenza e ora presidente della commissione regionale per il decommissioning della centrale di Caorso, è da poco ritornato a casa, dopo essere stato ricoverato per un mese a Castelsangiovanni. Diagnosi: doppia polmonite interstiziale da coronavirus. “Ho seguito fin dall’inizio l’evolversi di questa epidemia, un po’ per interesse professionale un po’ perché ero sinceramente preoccupato. Ma sono sempre stato molto attento e prudente, riducendo da subito i contatti e uscendo pochissimo di casa. Eppure – racconta – mi ha beccato. A maggior ragione quindi invito i piacentini ad attenersi ancora più scrupolosamente alle indicazioni per evitare il contagio”.

Fabbri accusa i primi sintomi il 3 marzo, il 12 viene ricoverato in ospedale a Piacenza e poi trasferito a Castelsangiovanni, diventato nel frattempo uno dei centri covid della provincia. Qui viene sottoposto a terapia con l’eparina e aiutato nella respirazione con il famoso casco per la ventilazione. “E’ il passo che precede – dice Fabbri – l’intubazione, che per fortuna non si è resa necessaria”. La degenza a Castelsangiovanni dura un mese, fino al rientro a casa per Pasqua, come racconta lui stesso in un post su Facebook di ringraziamento per l’aiuto e la professionalità dei medici piacentini.

“Ora sono a casa, ancora con l’aiuto dell’ossigeno e in quarantena, con i tamponi di controllo da eseguire tra una quindicina di giorni – racconta -. Devo però dire che sono stato seguito con una grande professionalità e competenza e che ho visto, in ospedale, il massimo rispetto delle procedure di sicurezza, con il corretto impiego dei dispositivi di protezione individuale dei sanitari, questo a vantaggio della salute di tutti. Anche l’ospedale di Castelsangiovanni, riconvertito a struttura covid, funziona molto bene: il reparto presso il quale sono stato ricoverato, l’ex chirurgia, era davvero ben organizzato, con un’ottima équipe di professionisti”.

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