“Avremo il primo ospedale post-Covid19 a livello europeo” foto

“Oggi siamo qui in una fase in cui si è parlato molto di sanità e nuovo ospedale. Il 5 aprile del 2019 ci era stato presentato uno studio di pre fattibilità, che è ancora attuale, ma noi oggi iniziamo un percorso che ci porterà ad avere il primo ospedale ‘post Covid’ a livello europeo, pensato per far fronte a un’emergenza come questa”.

E’ stato il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri a introdurre la seduta della commissione consiliare 3 dedicata a un tema di grande rilevanza, l’adozione della variante urbanistica al Psc per la realizzazione del nuovo ospedale. Si è trattato della prima uscita pubblica per i consiglieri comunali di Piacenza riuniti nel pomeriggio del 7 maggio in via eccezionale a Palazzo Gotico per rispettare le norme di sicurezza sul distanziamento: la delibera ha avuto il via libera con il voto favorevole della maggioranza, mentre la minoranza si riserverà di approfondire il tema in consiglio comunale, che si riunirà l’11 aprile. Non hanno partecipato al voto Massimo Trespidi (Liberi), Andrea Pugni (M5S), Roberto Colla (Pc Più), Gianluca Bariola (Pc del Futuro); contrario Luigi Rabuffi (Pc in Comune), astenuto Christian Fiazza (Pd).

consiglio comunale Gotico

“Il dover ripensare alle strutture ospedaliere – ha spiegato il primo cittadino –  ha fatto emergere la necessità di avere a disposizione un ospedale meno rigido, la struttura a padiglione quella di più spazi, migliori collegamenti logistici e dell’obsolescenza della struttura, di cui eravamo già a conoscenza ma che ora è emerso ancora più chiaro. Occorre accelerare sulle procedure, bisogna soprattutto andare a definire i primi elementi di pianificazione e questo lo è. Il nuovo ospedale avrà una valenza provinciale e inter provinciale, avrà una valenza strategica. L’area è stata scelta dopo approfondimenti, ora c’è bisogno di dare una risposta ai bisogni della comunità. La nuova struttura non farà venire meno l’interesse su quella attuale: noi abbiamo chiesto un investimento sulle strumentazioni, che comunque resteranno, e sulla medicina territoriale”.

“Ricordo il grande lavoro fatto dalle Usca (unità territoriali) – ha aggiunto – che sono riuscite ad intercettare in maniera preventiva la malattia. Avete visto come in poco tempo tutte le nostre strutture sono diventate Covid, con l’arresto dell’attività ordinaria, ora c’è necessità di riprendere: abbiamo chiesto all’Ausl quale sia il progetto della nostra sanità per le fasi a venire, sperando di non doverci più trovare in autunno ad affrontare una nuova emergenza. Non dobbiamo farci trovare impreparati. Il passaggio di oggi è meramente tecnico, ma è importante partire oggi con questo percorso: lo dobbiamo ai cittadini e agli operatori sanitari, che ci hanno sollecitato più volte in questo senso. A loro va il nostro ringraziamento e per questo dobbiamo farli lavorare nel modo migliore possibile”.

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L’assessore all’urbanistica Erika Opizzi ha specificato: “La variante è di natura tecnica, anche se il tema in generale non lo è. Il procedimento amministrativo si è aperto con il protocollo d’intesa, sottoscritto con Ausl e provincia, per individuare l’area. L’Asl ci aveva fornito i criteri per poter scegliere l’area e poi provvedere alla redazione di un progetto. Le indicazioni riguardavano le dimensioni, per poter ospitare non solo ospedale ma anche ad esempio la piazzola per l’elisoccorso e spazi per future e eventuali espansioni, oltre alla collocazione e all’accessibilità. Per questo motivo era stata esclusa sia la parte est che quella nord; poi si era arrivati all’individuazione di 6 aree, tra le quali è stata scelta l’area numero 6, davanti al carcere. La giunta ha approvato un documento preliminare che ha dato il via alla conferenza di pianificazione, riunitasi più volte. Non sono emerse criticità particolari da far cambiare questa scelta, ma aspetti da approfondire dal punto di vista geologico e idraulico. Il passaggio successivo è questa delibera che fa cambiare la classificazione dell’area, da agricola periurbana ad attrezzature sanitarie. Poi l’approvazione definitiva della variante avverrà quando verranno presentate osservazioni e controdeduzioni”.

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LA DISCUSSIONE – Nel dibattito il primo a interventire è il consigliere di Liberi Massimo Trespidi: “Sono d’accordo che si tratti di un provvedimento di natura tecnica, può assumere una valenza politica qualora si pensasse di interrompere il percorso verso il nuovo ospedale. Se si decidesse di continuare, resterebbe di natura tecnica. Noi riprendiamo a parlare di questo progetto dopo l’emergenza, è importante il discorso del sindaco che ha attualizzato la questione. Noi di Liberi crediamo che debba restare di natura tecnica, perché propedeutico al progetto. Faccio solo notare che abbiamo iniziato a parlarne nel 2015, abbiamo fatto passare 5 anni muovendo l’aria, continuando a dire che serviva prima individuare l’area. Diventa ora importante che noi assumiamo tutti i dati e valutazioni che solo la Regione e l’Asl debbono, finalmente, darci. Sarà lo stesso ospedale a cui si pensava prima del Covid? Quanto si colloca nella rivalutazione della rete ospedaliera? Ora io non so, se è possibile, convocare nel giro di pochi giorni l’assessore regionale alla sanità e il direttore Baldino. Conoscere il piano dell’Ausl per la fase 2 è fondamentale. I dubbi sulla area verranno ulteriormente discussi in sede di osservazioni, ma per volare alto dobbiamo essere messi in considerazione di delineare quella politica sanitaria di cui il nostro territorio ha bisogno”.

Pronta la replica del sindaco Barbieri: “Condivido questa impostazione. Dico che per quanto riguarda i dati, ho chiesto implementazione di dati anche su fase Covid che l’Ausl mi fornirà. Noi sindaci abbiamo chiesto una conferenza sociosanitaria, che si terrà in due sedute, la prima già la prossima settimana, per discutere di come la sanità ha intenzione di riorganizzarsi alla luce di questa emergenza. Alla luce di questo confronto con Donini e Baldino. Noi abbiamo chiesto anche un confronto con i medici, per capire da loro come ripensare il modello di ospedale. In 5 anni di non progetto, nella sfortuna possiamo dire che non dovrà essere ritoccato, alla luce dell’emergenza, ma ci mette già nelle condizioni di capire quali caratteristiche dovrà avere”.

Il consigliere del Pd Christian Fiazza ha posto la necessità di accelerare la procedura. “Gli 8-10 anni da aspettare sono troppi, non è accettabile che la nostra città debba aspettare così tanto per vedere realizzato il nuovo ospedale”. Roberto Colla ha avanzato una serie di domande: “L’amministrazione sa qualcosa del nuovo ospedale? Abbiamo in mano qualcosa? Cosa che è cambiato dallo studio di fattibilità? Oggi quanto vale, quanto è contemporaneo? Quanto tempo tutto il procedimento necessita dalla data odierna? Quando arriveremo alla fine? So qual è il cronoprogramma, ma siamo, ahimè, in ritardo. Io continuo a pensare che questa non sia area migliore”. Dal gruppo misto, Mauro Saccardi ha sostenuto: “Questo sarà il primo passaggio di concerto per il nuovo ospedale di cui parliamo dal 2015, come ha detto Trespidi dovremo pensare alla sanità del futuro. Le attrezzature dovranno essere adatte a questo, il lavoro è solo dei tecnici, ma dalla riunione di ieri le perplessità di natura tecnica sono state in parte dissipate”.

Luigi Rabuffi (Piacenza in comune) ha annunciato il suo “no” alla pratica: “La discussione è politica, non tecnica, perché non c’è un progetto. E’ una delega in bianco. Questo ci sta chiedendo la maggioranza. Non è buona sanità. La buona sanità è quella che aumenta i posti letto – non credo che il progetto lo preveda -, aumenta il personale”. “Il virus ci ha privato di tutte le nostre certezze. Il nostro sindaco ha detto – ha aggiunto – prima che il nuovo ospedale deve essere rivisto alla luce di quanto appreso dal virus, ma votare questo provvedimento dimostra quanto siamo lontani dall’ambiente. Il mio voto sarà assolutamente contrario”.

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