Le Rubriche di PiacenzaSera - Confindustria

“Da questa crisi usciremo migliori. Le aziende ora sono il luogo più sicuro: senza salute non c’è fase 2”

“Il momento è difficile, ci aspettano dei mesi davvero molto complicati ma siamo imprenditori abituati a dover affrontare dei problemi e di cercare di risolverli nel migliore dei modi e nel più breve tempo possibile, ho fiducia che riusciremo ad uscire da questa brutta situazione”.

Francesco Rolleri è in procinto di assumere la guida di Confindustria Piacenza, raccogliendo il testimone di Alberto Rota, nel pieno della crisi economica peggiore dal Dopoguerra. Ma per Rolleri, imprenditore, già sindaco del suo Comune, Vigolzone, e presidente della Provincia, da questa sfida il Paese uscirà più forte: “Sicuramente il 2020 sarà un anno difficilissimo per il settore industriale italiano, però penso che già il 2021 ci sarà la possibilità di recuperare in parte i due mesi di chiusura persi quest’anno. Sono motivato, assolutamente non spaventato – dice – perché nella vita di un imprenditore si passano momenti difficili, ne abbiamo già affrontati anche a livello mondiale e sono convinto che ne usciremo, anche andando a cambiare vecchi modi di lavorare. Queste crisi comportano sempre un cambio nel modo di lavorare dell’azienda, dal punto di vista dell’organizzazione interna e dei rapporti con l’esterno. Sicuramente ne usciremo cambiati, ma magari anche migliorati”.

Quali sono le realtà più in sofferenza, nel panorama dell’industria piacentina?

“Siamo tutti in difficoltà, dopo 2 mesi di blocco quasi totale delle attività abbiamo tutti dei problemi da risolvere e queste settimane saranno importantissime per capire quali saranno le evoluzioni e le contromisure che dovremo prendere come aziende”.

Da imprenditore ed ex amministratore che giudizio dà delle misure adottate del Governo per fronteggiare la crisi?

“Dal punto di vista della gestione emergenza, il decreto Cura Italia ci ha dato una grossa mano, con le moratorie dei mutui e dei finanziamenti. Ma il prossimo passo qual è? Quello di aiutare la ripresa del mercato. L’Italia non può farcela da sola, abbiamo bisogno di un mercato più ampio, c’è bisogno dell’Unione Europea che ha già lanciato l’annuncio di questo grande piano di investimenti sulle infrastrutture. E’ necessario però che venga concretizzato il prima possibile, per dare agli imprenditori quella fiducia necessaria per andare avanti”.

A questo proposito, lei è stato candidato alle ultime elezioni con la lista +Europa. Ma la Ue non è stata tenera con noi

“Questo è un momento decisivo per il futuro dell’Europa, o si lavora tutti insieme o altrimenti l’Europa non ha più senso di esistere. Sono molto schietto e mi fa molto male da europeista convinto, ma se continuano a prevalere gli egoismi nazionali non si va da nessuna parte. La gestione dell’emergenza dal punto di vista europeo nei confronti dell’Italia non è stata assolutamente sufficiente, tanto è vero che ci hanno chiesto scusa, da questo momento in avanti le istituzioni europee hanno solo da recuperare, rispetto al rapporto con l’Italia”.

Siamo in fase 2, ma si è finalmente ricomposta la dicotomia, tra salute e economia, che ha sempre accompagnato la gestione dell’emergenza?

“Attualmente le aziende sono il posto più sicuro dove stare, perché abbiamo attivato tutta una serie di procedure, di controlli, adottato strumenti di protezione che rendono gli spazi produttivi un luogo davvero sicuro. Sono più preoccupato dalla maggiore libertà accordata ai cittadini in fase 2, perché purtroppo abbiamo spesso la tendenza a dimenticarci di quello che è stato, tornando a comportarci come se nulla sia successo. Di questo ho più paura, mentre all’interno delle aziende seguiamo controlli molto rigidi. Prima di tutto viene la salute dei nostri collaboratori e dei dirigenti, dopo di che viene anche l’interesse per il proseguimento dell’attività. Sono due aspetti davvero strettamente collegati: la nostra salute, che viene per prima, comporta anche la possibilità di continuare nel modo corretto l’attività imprenditoriale. Nessun imprenditore si è lamentato degli investimenti che ha dovuto fare in questo periodo e ci siamo attivati immediatamente in questo senso. Non è di certo all’interno dell’impresa il problema, quanto il dover fare maggiori controlli quando si tornerà alla normalità e alla libertà di movimento”.

Quando sarà composta la nuova squadra e quanto mancherà non poter avere al suo fianco Cesare Betti?

“Stiamo affrontando la riorganizzazione della struttura sia la definizione del nuovo ufficio di presidenza, di certo sarà difficile riuscire a compensare la perdita di una figura del valore di Cesare Betti, un vero punto di riferimento all’interno dell’associazione e per noi imprenditori”.

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