Dai social a un libro con Rizzoli: così il 25enne piacentino Jacopo Veneziani racconta la storia dell’arte

Dottorando alla Sorbona di Parigi, città dove vive da 7 anni, un profilo twitter da 25mila follower e, adesso, un libro pubblicato con Rizzoli – dal titolo #divulgo. Le storie della storia dell’arte, in uscita nelle librerie il 16 giugno – con tanto di presentazione in anteprima di Fabio Fazio alla trasmissione “Che Tempo che Fa”. Il tutto a soli 25 anni.

In poco tempo Jacopo Veneziani, originario di Lugagnano (Piacenza), ne ha fatta di strada. Grazie al suo progetto social #divulgo, tanto semplice quanto coinvolgente, in cui utilizza i 280 caratteri concessi da twitter per raccontare a modo suo la storia dell’arte, ha infatti richiamato l’attenzione di un’importante casa editrice come Rizzoli, che gli ha proposto di trasferire i “cinguettii” su carta, dando ancora più risalto alle immagini e alle storie che ci sono dietro. “Un giorno un responsabile della Rizzoli mi contatta e mi chiede: “Jacopo, hai mai pensato di scrivere un libro?” – racconta il giovane piacentino -. E sì, ci avevo già pensato! Ho sempre desiderato raccontare al grande pubblico le tante storie della storia dell’arte ingiustamente poco note ai più, gli aneddoti, le curiosità e gli enigmi che si nascondono dietro alle opere d’arte. Non avrei però mai immaginato di poterlo fare sin dal primo libro con una grande casa editrice. Un libro di storia dell’arte è sempre un lavoro di squadra – spiega -. Io ho scritto il testo, certo, ma la grafica e l’impaginazione completano il senso di ciò che scrivo, ed è per questo importante collaborare con professionisti del settore”.

Quando è nata l’idea di portare l’arte sui social? “Decisi di iscrivermi a Twitter nel giugno 2015 – dice -. Volevo parlare di storia dell’arte e un social network come questo, dove la parola precede – sia graficamente che concettualmente – l’immagine mi sembrava il luogo più adatto per farlo. Uso infatti i tweets come cornici, brevi testi concepiti per accompagnare, definire, incorniciare appunto le immagini delle opere d’arte di cui parlo. Vedo i tweets – aggiunge – come trampolini da cui tuffarsi in ricerche più approfondite e – per questo – cerco sempre di stimolare la curiosità di chi mi segue. Parlo quindi spesso di beni culturali al di fuori dei circuiti turistici tradizionali e opere d’arte poco note ai più. Quando invece mi attardo su capolavori mondialmente noti, cerco di farlo ponendo l’attenzione su dettagli che passano spesso inosservati. Ed è proprio quello che ho cercato di fare anche nel mio primo libro”.

Ma come è strutturato il volume? “Il libro – precisa Jacopo – è pensato come un viaggio attraverso sette secoli di storia della pittura, dal Duecento all’Ottocento, strutturato in trentacinque capitoli dedicati a dettagli spesso difficili da scoprire a prima vista. La mia ambizione è quella di svelare cosa succede quando guardiamo un quadro. Improvvisamente, gli artisti si fanno presenti, sembrano stare al nostro fianco e ci parlano. Ci parlano attraverso i dettagli, appunto. E cos’è un dettaglio se non una storia scritta nel linguaggio della pittura? Ecco, in questo libro, propongo di rallentare il passo e prendere il tempo di ascoltare alcune di queste storie della storia dell’arte”.

C’è spazio per Piacenza? “Non poteva mancare – esclama -. Non solo perché sono cresciuto sulle colline piacentine ma anche perché proprio per Piacenza fu dipinta una delle opere più importanti di tutto il Rinascimento italiano: la Madonna Sistina di Raffaello Sanzio, oggi alla Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda. Nel capitolo che ho dedicato a questo quadro, porto il lettore nel coro della chiesa di San Sisto a Piacenza, il luogo per il quale l’opera fu dipinta – si chiama proprio per questo Madonna “Sistina” – e dove fu conservata tra il 1513 e il 1754 (in quell’anno, quando l’opera fu venduta ad Augusto III di Polonia, fu realizzata una copia ancora oggi visibile nella chiesa). Ho voluto parlare di questo dipinto per riesumare una storia lontana ormai dimenticata dai più, una storia di cui Piacenza è protagonista, una storia che riscopriamo osservando scrupolosamente i tanti dettagli che – nonostante la fama dell’opera – sfuggono spesso all’osservatore. Un esempio? I volti dei cherubini scolpiti nelle nuvole intorno alla Vergine! Li avevate già notati?”

Madonna Sistina (fonte wikipedia)

Dettaglio Madonna Sistina (fonte wikipedia)

Con il suo progetto di divulgazione – a metà tra il resoconto didascalico e la narrativa emozionale – Jacopo ha in un certo senso anticipato i tempi. Con il lockdown imposto dal coronavirus, infatti, tante gallerie d’arte e musei hanno spostato la fruizione delle proprie opere sui social. “Credo – riflette il giovane studioso – che il coronavirus abbia enfatizzato interrogativi da tempo presenti all’interno del sistema culturale italiano, accelerando riflessioni sulle infrastrutture museali, sulle risorse umane, sulle forme di valorizzazione e – in generale – sulle direzioni da seguire nei prossimi anni. Un esempio concreto? Il rapporto tra analogico e digitale, sul quale tanto è stato scritto nelle ultime settimane. All’inizio della pandemia, ancora tanti musei, teatri, siti archeologici e luoghi culturali snobbavano i social network accontentandosi di forme di comunicazione ormai obsolete”.

“Le ultime settimane – sottolinea – hanno dimostrato quanto sia fondamentale sviluppare una sinergia tra la fruizione virtuale e quella fisica e concreta del patrimonio artistico. Anzi, vi dirò di più. Credo abbiano addirittura sottolineato quanto sia sottile – e, forse, inutile – il confine tra queste due forme di fruizione. Solo la realtà è virtuale, le persone no. Nel mio piccolo, durante il lockdown, ho lanciato l’hashtag #dueminutidievasione e ho condiviso ogni giorno, tra l’otto marzo e il tre maggio, un breve video divulgativo, una pillola di bellezza per permettere a chi mi segue di evadere qualche istante dalla propria casa. Dalle rovine romane di El Jem (Tunisia) alle chiese medievali in Scandinavia, dal Faro di Cordouan – affacciato sull’Oceano Atlantico e chiamato “la Versailles del mare” – al villaggio del “Nonno Arcobaleno” di Taiwan, un quartiere di case per veterani dipinto da un soldato in pensione per impedirne la distruzione da parte del governo. Insomma, è stato un bel viaggio!”

Il libro  #divulgo. Le storie della storia dell’arte sarà acquistabile in libreria dal 16 giugno ma è già pre-ordinabile su Amazon 

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