“Folgorato dalla lirica a 5 anni. I sogni per ora nel cassetto, ma presto sarà riaperto”

Più informazioni su

Questa inattesa e sciagurata inattività teatrale ha fatto male a tutti gli operatori del settore, ma a qualcuno di più.

Ci riferiamo a quei giovani aspiranti professionisti impegnati nell’ardua e difficile ascesa verso una carriera che dia loro soddisfazioni artistiche ed economiche. Sono giovani che hanno investito passione, studio e sacrifici nella lenta e graduale scalata al successo che, probabilmente, non avrà mai fine nella loro carriera, ma che, almeno, si spera consenta loro di iniziarla. E’ il caso di Andrea Galli, un giovane tenore assolutamente piacentino, pur nativo di Retegno (Fombio) il 16 ottobre del 1996, che all’età di 5 anni fu folgorato dalla passione per l’opera lirica quando i suoi genitori lo portarono nella magica Arena a sentire e vedere Il Rigoletto: “Fu un’esperienza straordinaria – racconta il giovane artista – cantavano il baritono Leo Nucci ed il tenore Marcelo Alvarez, ovvero due grandissimi interpreti. Quella sera il mio entusiasmo fu tale che al termine della rappresentazione attesi tutti gli artisti per complimentarmi con loro. Fu quella la prima volta che conobbi un mito della lirica come Leo Nucci”.

Così, in una calda serata d’agosto, nel tempio della musica lirica, il giovanissimo Andrea fu conquistato da quell’arte e decise di dedicarle il suo futuro. I primi passi lo videro impegnato nell’ascolto di numerosi cd che i genitori gli regalavano. La conoscenza dei grandi interpreti entusiasmava sempre più il giovane Andrea, che divideva la passione sia coi genitori ma, soprattutto, coi nonni materni (“nonno Carlo” in particolare, purtroppo scomparso troppo presto) e gli zii piacentini. Da Retegno a Piacenza il passo è breve, frequentare il Conservatorio “Nicolini” era meta naturale ed obbligata.
“Fu lì, sotto la guida della maestra Adelisa Tabiadon e del maestro Corrado Casati, che iniziò la mia formazione musicale, che attualmente prosegue a Parma con la maestra Isako Tanaka”.

GLI ESORDI – “La mia prima esperienza teatrale avvenne nella sala dell’ITAS di Codogno, quando il Comune organizzò una Tosca (di Giacomo Puccini) e mi fu assegnato il ruolo di Spoletta. Avevo 15 anni: il contatto col pubblico non mi aveva spaventato, anzi, mi diede ulteriore convinzione di dedicarmi a questa nuova inebriante attività e quando il maestro Casati mi chiamò nel coro del Teatro Municipale di Piacenza mi sembrò di toccare il cielo con un dito. Col prestigioso teatro piacentino ho un rapporto speciale, un feeling particolare. Immaginate quindi la gioia di quando ho potuto cantare da solista nelle tre composizioni, Riccioli d’oro, i tre Orsi e Cappuccetto Rosso, del maestro piacentino Stefano Guagnini. L’anno successivo (2017) mi aggiudicai la borsa di studio “Gianni Poggi” del Conservatorio Nicolini, un riconoscimento che mi fece enorme piacere perché ricorda il grandissimo tenore piacentino, il mio idolo ispiratore preferito di tutti i tempi, e mi ha dato tanta volontà di crescere e migliorare”.

“Quindi l’anno successivo ebbi forse il primo ruolo importante, interpretando Giuseppe nella Traviata con la regia di Leo Nucci, andata in scena come opera d’apertura della stagione. Seguirono tanti spettacoli teatrali e concerti operistici a cui tengo molto perché mi danno la possibilità di soddisfare la mia passione e di crescere e di perfezionarmi continuamente nella tecnica del bel canto come quello, ad esempio, a cui ho partecipato recentemente come protagonista assieme al basso Marco Spotti a Parma, invitato dal Circolo Culturale di Parma ed accompagnato dal bravissimo maestro Simone Gravina. Una serata che non dimenticherò mai per l’accoglienza ed il successo ottenuto”.

I PRIMI SUCCESSI – Recentemente il giovane Andrea, dall’aspetto aitante e molto gradevole che ispira tanta simpatia per l’entusiasmo ed il sorriso che non l’abbandonano mai, ha debuttato come solista comprimario nel ruolo di Flavio nella Norma di Bellini al teatro “Alighieri” di Ravenna, con la regia della signora Cristina Mazzavillani Muti e la direzione del maestro Benigni. Tappa importante per l’ancor verde carriera del lombardo-piacentino: “E’ stato davvero un successo che mi ha molto gratificato e ricorderò per sempre per l’esito della rappresentazione e per l’eccelsa qualità degli interpreti. Quest’anno, poi, era iniziato davvero bene: sono stato impegnato per circa un mese e mezzo al Lirico di Cagliari, ove ho sostenuto un ruolo importante in un’opera semi sconosciuta ma molto interessante come “Pallade Muzzi”, composta da Gino Marinuzzi, dove interpretavo una parte di rilievo come “Mancino”.

PROGETTI SFUMATI – Sembrava davvero l’anno buono. Il suo nome cominciava ad apparire sui programmi dei cartelloni operistici in caratteri sempre più evidenti; la sua voce bella, squillante, ben educata ed in via di approfondimenti, trovava sempre più consensi come stavano diventando sempre più frequenti le chiamate dai vari teatri italiani. Proprio di questi tempi avrebbe dovuto cantare per un mese al “Giglio” di Lucca per la produzione di “Napoli Milionaria” con un ruolo impegnativo di suo grande gradimento. Invece…”E’ arrivata questa tremenda mazzata che, mi auguro, finisca presto, molto presto. E’ una forzata sosta davvero devastante, ma mi darà la forza di impegnarmi ancora di più. I sogni, per ora, sono nel cassetto, ma presto sarà riaperto”.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.