“In ospedale pensavo alle cose belle e a voi” Il dialogo tra nonno e nipoti dopo il coronavirus

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Nonno Ugo e i nipotini Bice, Letizia, Tullia e Sebastiano. Un dialogo serrato dopo il coronavirus tra generazioni diverse che comincia con la domanda più semplice e più difficile di tutte: “Come è stato essere ricoverato in ospedale?”.

Nonno bambina

Nonno Ugo ha 65 anni e, dopo aver contratto il Covid, ha trascorso due mesi ricoverato, anche in terapia intensiva prima a Piacenza e poi a Castelsangiovanni. Convalescente e provato nel fisico, Ugo è tornato nella sua casa di Sala Mandelli, sulle colline della Val Tidone, e si concede ai bambini, quattro bimbi tra i 10 e i 3 anni, che possono finalmente riabbracciarlo e chiedergli della sua malattia. Uno scambio senza filtri – da noi mantenuto tale, per non comprometterne la freschezza – che racconta il ritrovarsi e la fatica della guarigione.

Allora nonno come è stato all’ospedale, il primo giorno?
E’ STATA MOLTO DURA PERCHE’ NON ERO ABITUATO E DOVEVO STARE SEMPRE STESO IN UN LETTO E NON POTEVO USCIRE DALLA MIA CAMERA

Andavi in bagno?
AVEVO IL BAGNO IN CAMERA…

Come dormivi? Bene o male?
DORMIVO MALE INFATTI MI FACEVO DARE DELLE PASTIGLIE PER DORMIRE

Ok… Tu avevi qualche compagno di stanza o eri da solo?
AVEVO DEI COMPAGNI DI STANZA, PERO’ ERANO UN PO’ ANTIPATICHELLI…

Perché?
PERCHE’ QUANDO UNA PERSONA E’ MALATA NON E’ MAI PROPRIO SIMPATICA

E tu a chi pensavi ogni giorno?
PENSAVO ALLE COSE BELLE

Tipo alla Bice, alla Silvia, a noi… ?
A VOI SI’… ALLE MIE NIPOTI

nipoti nonno Cavallini

Certo, alla nonna, alla luna… alla luna? E il secondo giorno come è andato?
EH POCO ALLA VOLTA COMINCI AD ABITUARTI, POCO ALLA VOLTA… ERI UN PO’ RASSEGNATO

Quante medicine ti davano al giorno?
GUARDA, NON ME NE PARLARE. FLEBO, CONTROFLEBO…

E il terzo (giorno)? Identico?
EH IDENTICO, GIORNO PIU’ GIORNO MENO… PERDI LA NOZIONE DEL TEMPO

E cosa ti facevano mangiare?
DEI PIATTI PRECONFEZIONATI CHE ODIAVO…

Ecco perché adesso non hai più il coronavirus e ti possiamo stare… visto che tu non hai più il coronavirus, ti possiamo stare un po’ vicini. 

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