Sanità piacentina post Covid, venerdì confronto con i sanitari. Malumore tra i sindaci

Primo confronto tra Ausl e sindaci, per la riorganizzazione della rete ospedaliera di Piacenza. Si è riunito in video conferenza il consiglio di presidenza della conferenza socio sanitaria, presieduta da Lucia Fontana, sindaco di Castelsangiovanni, e durante l’incontro è stato esaminato il piano di riorganizzazione dei servizi, passata la prima fase dell’emergenza coronavirus.

Rinviato l’incontro, previsto per domani, con l’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini – atteso in videoconferenza con il Governo – mentre venerdì la riorganizzazione della rete piacentina, con un graduale ritorno alla normalità dei vari reparti, sarà approfondita con un confronto con i sanitari impegnati in prima fila nella gestione dell’emergenza. Gli aspetti principali del progetto, presentato dal direttore generale Luca Baldino, che prevedono il mantenimento del solo Pronto Soccorso a Piacenza e il mantenimento solo a Castelsangiovanni di un reparto Covid, non hanno convinto i sindaci piacentini. Il timore è veder compromessi i servizi sul territorio, soprattutto con lo spostamento nel solo capoluogo del Pronto Soccorso e la chiusura di quelli di Fiorenzuola e Castelsangiovanni.

“Personalmente ho chiesto un’estensione dello screening sierologico a tutta la popolazione. Piacenza è stata la città più colpita dal coronavirus, potremmo essere protagonisti di uno studio epidemiologico – dice Gabriele Girometta, sindaco di Cortemaggiore e vice presidente della conferenza socio sanitaria – e ricavare elementi utili in caso di una nuova emergenza”. “Venerdì avremo un ulteriore incontro con i sanitari per arrivare a una sintesi da sottoporre poi a tutti i sindaci in conferenza socio sanitaria. Tra le richieste che verranno fatto sicuramente ci sarà una revisione del piano del 2017 – sottolinea Girometta – e delle scelte di ottimizzazione allora compiute. Scelte che, come si è visto, non hanno retto davanti all’emergenza. Altro tema riguarda le case della salute, un servizio sul quale si è molto puntato ma che ha mostrato criticità: non era possibile recarsi in loco, i medici ricevevano solo per appuntamento…così come quali risorse verranno destinate per le cosiddette Usca, le unità speciali di continuità assistenziale, il cui contributo si è rivelato provvidenziale in queste settimane. E’ positiva invece l’intenzione, anticipata dal direttore Baldino, di confermare almeno fino a fine anno il personale medico e sanitario aggiuntivo ingaggiato durante l’emergenza”.

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