2 Giugno, Arfani (Carpaneto) “Da questo nuovo compleanno la forza per la nostra ricostruzione”

Festa della Repubblica, la riflessione del sindaco di Carpaneto Andrea Arfani.

E’ la terza festa nazionale non religiosa che trascorriamo in fase emergenziale: 25 aprile, 1 maggio, ora 2 giugno. E ognuna di queste date è servita a trasmettere qualcosa in più quest’anno, rispetto a quanto già non facciano ogni anno. La Repubblica sta trascorrendo uno dei suoi compleanni più difficili; credo in realtà sia il più difficile. Per certi versi, questo 2 giugno assomiglia molto al 2 giugno 1946. Ora come allora, l’Italia esce da un periodo disastrato, che contava moltissimi morti, e che aveva messo in ginocchio l’economia. Ora come allora, l’Italia deve fare i conti con divisioni profondissime, che ne mettono in pericolo la tenuta e la stabilità. Ora come allora, l’Italia deve affrontare un ‘post’, che vuol dire ricostruzione.

Questo vuol dire che, esattamente adesso come 74 anni fa, la soluzione deve essere trovata in valori da condividere, in una storia comune, che indica il percorso per quella ancora da fare. Non è impossibile, anzi. Questa mattina, con le ragazze e i ragazzi neodiciottenni, ci dicevamo del contesto storico, sociale e politico da cui è scaturita la nostra Costituzione: una guerra mondiale, una guerra civile, macerie. Bene: se quel panorama, terribile e avvilente, non ha impedito all’Italia di produrre il più grande documento legislativo dell’epoca moderna, e non ha impedito di inventarsi gli anni del ‘boom’, non lo può fare questo.

I valori veicolati nella nostra Costituzione sono il frutto di secoli di civiltà, di studio, di impegno. Sono i principi fondamentali che devono servire da guida. E ciò vale per la vita di tutti i giorni, a maggior ragione per la vita dell’emergenza. La Repubblica è nata nel momento più buio della Storia italiana. E’ figlia del disastro, della morte, del sacrificio. E’ lì che la nostra Repubblica trova la propria origine. E da lì ha costruito tutto. Questo nuovo compleanno ci deve ricordare dove trovare la forza per la nostra ricostruzione. In una scala di valori uguale per tutti, che non ha colore, che se ne frega di chi dice cosa, purché questa cosa abbia senso. Lì la Repubblica e nata e lì la Repubblica deve oggi rinascere, per andare avanti finalmente, e veramente.

Oggi, più che mai, Viva l’Italia.

 

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