App Immuni, ecco come funziona “Piacenza zona a rischio, importante scaricarla”

È scaricabile gratuitamente dal 1 giugno in tutta Italia l’app Immuni, la cui sperimentazione partirà per una settimana dall’8 giugno nelle Regioni Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia (dal 15 giugno nel resto del Paese), che permetterà di risalire ai contatti che possono aver esposto una persona al rischio di contagio da Covid.

Oltre un milione i download già effettuati nel giro di tre giorni (anche se non tutti i dispositivi sono supportati), per una applicazione che non ha mancato di suscitare polemiche per i ritardi e perplessità sulla privacy e la gestione dei dati degli utenti: “Tengo a rimarcare che è esclusa in ogni caso la geolocalizzazione dei singoli utenti – ha detto il Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano in audizione alla Camera -. Nessun dato viene raccolto da Apple e Google che, come per tutte le app, saranno solo in grado di sapere che l’app è stata scaricata, senza avere accesso ad alcun dato di contatto”.

Ma come funziona? Una volta installata l’app fa in modo che il suo smartphone emetta continuativamente un segnale Bluetooth Low Energy, sulla cui tecnologia è basato l’intero sistema, che include un codice casuale: quando l’utente si avvicina ad un’altra persona che ha attivato l’app, ciascuno smartphone registra nella propria memoria il codice casuale dell’altro, tenendo quindi traccia di quel contatto, oltre alla durata e alla distanza approssimativa alla quale i due cellulari si trovavano. I codici sono generati in maniera casuale, senza contenere alcuna informazione sul dispositivo o l’utente e sono inoltre modificati diverse volte ogni ora.

Nel caso una persona risulti positiva al Covid, potrà, con l’aiuto di un operatore sanitario, caricare su un server chiavi crittografiche dalle quali sarà possibile derivare i suoi codici casuali. Per ogni utente, l’app scarica periodicamente dal server le nuove chiavi crittografiche inviate dagli utenti risultati positivi al virus e le utilizza per derivare i loro codici casuali e controllare se qualcuno corrisponde a quelli registrati nella memoria dello smartphone nei giorni precedenti. Se l’app troverà il codice casuale di un utente risultato positivo, verificherà se la durata e la distanza del contatto siano state tali da aver potuto causare un contagio e, in caso positivo, invierà una notifica.

“Bisogna – sottolinea l’infettivologo piacentino Marzio Sisti in un post su Facebook – che l’app sia scaricata ed usata da più persone possibile, soprattutto nelle aree ad alto rischio, fra cui la provincia di Piacenza, oltre a Lombardia, Liguria, e Piemonte. Non è una app obbligatoria, è lasciata alla buona volontà delle persone e perchè funzioni occorre tenere sempre acceso il Bluetooh dello smartphone”. “Deve poi essere – ribadisce Sisti – più alta possibile l’azione di testing mediante tamponi virologici, unico test che rileva la presenza del virus in una persona”.

Tutte le informazioni utili sul funzionamento del sistema sono disponibili sul sito immuni.italia.it

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