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Confapi: “Smart working promosso, quasi 8 imprese su 10 lo hanno adottato”

Su 152 aziende piacentine, 119 hanno lavorato in smartworking. Praticamente il 78 per cento. È questo uno dei dati eclatanti che emergono dal sondaggio che Confapi Industria Piacenza ha somministrato a un campione di imprese del territorio per capire quali effetti abbia avuto il lockdown sul panorama economico e imprenditoriale della nostra provincia. Fra i vari aspetti trattati, c’è anche quello relativo all’utilizzo o meno dello smartworking: il 78 per cento delle realtà intervistate ha dichiarato di averlo utilizzato contro il 22 per cento che invece non ne ha usufruito.

Eppure lo strumento è stato utilizzato solo temporaneamente: entro il 30 giugno infatti ben 83 aziende, pari al 70 per cento del campione intervistato, prevede di far rientrare tutti i lavoratori in ufficio. 24 sono le imprese che faranno rientrare la metà dei lavoratori, mentre solo 12 faranno rientrare meno del 30 per cento del personale. Il dato è confermato anche dalla scelta, espressa dal 77 per cento degli intervistati pari a 28 aziende, di non avere più lavoratori in smartworking in luglio; cinque sono le imprese che avranno almeno il 30 per cento dei lavoratori a lavorare da casa, una quella con almeno il 50 per cento e una con almeno il dieci per cento. Solo un’impresa avrà più del 50 per cento dei lavoratori ancora in smartworking in luglio.

“Il lockdown ha cambiato anche il modo di lavorare e le aziende hanno dovuto adeguarsi – spiega il direttore Andrea Paparo di Confapi Industria Piacenza – sicuramente non è stato semplice, ma le nostre imprese hanno dimostrato ancora una volta le capacità di sapersi adattare e l’impegno per farlo. L’adozione massiccia dello smartworking lo dimostra: da modalità per conciliare più facilmente famiglia e lavoro adottata prevalentemente dalle donne nella fase pre-pandemica si è trasformato durante la fase dell’emergenza sanitaria. Ma certo ritornare nei propri luoghi di lavoro è un’altra cosa”. (nota stampa)

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