Coronavirus e gravidanza, a Piacenza 20 partorienti positive dall’inizio dell’emergenza

Coronavirus e gravidanza, a Piacenza 20 partorienti positive dall’inizio dell’emergenza. E’ il dato più alto di tutta la Regione Emilia Romagna, spiega Renza Bonini, direttrice Unità Operativa di Ginecologia dell’ospedale piacentino.

I tamponi sulle donne in gravidanza vengono eseguiti 48 ore prima di ricoveri programmati, ad esempio se sia previsto un parto cesareo, e al loro ingresso in ospedale durante il travaglio. Proprio durante questi controlli sono state individuate nuove pazienti positive al virus, come ha detto il direttore generale Luca Baldino durante l’audizione in consiglio comunale, a testimonianza di come la diffusione del coronavirus non sia stata ancora debellata del tutto. “L’attività di screening delle donne gravide che stiamo facendo – sottolinea Bonini – è fondamentale, sia per la protezione della stesse pazienti, che dei professionisti che lavorano in ospedale, così  del bambino e del pediatra neonatologo. Ricordo, comunque, che la trasmissione del virus in via “verticale”, in utero e durante il parto, non è dimostrata. Dall’inizio dell’epidemia sono state da noi individuate 20 donne positive su 780 parti avvenuti nel nostro ospedale. una percentuale pari al 2,5%. Tra queste, però, solo 2-3 mostravano i sintomi del coronavirus, tutte le restanti, pari al 75-80%, erano asintomatiche”.

Lo screening di tutte le pazienti in gravidanza è partito il 23 di aprile: da quella data il test è stato eseguito su 268 puerpere, riscontrando la positività di 10 donne, pari al 3,7% del totale. Una percentuale più alta rispetto alle altre province dell’Emilia Romagna, dice la dottoressa Bonini. “A Parma la percentuale è dello 0,9%, a Reggio 0,1%. I dati piacentini vedono ancora l’incidenza di pazienti del lodigiano, che scelgono il nostro ospedale per partorire. Vogliamo comunque rassicurare le future mamme, questa nostra indagine serve solo a tutelare la loro salute e quella del bambino: anche in caso di positività partoriscono normalmente e non vengono separate dal proprio piccolo, è una circostanza che si è verificata in un solo caso (quando proprio a Piacenza è nato il primo bimbo da mamma affetta da coronavirus, ndr)”.

“Non si ha un maggiore rischio di contrarre il virus in gravidanza e la gravidanza stessa non è un fattore di rischio per l’aggravamento delle condizioni, in caso di positività – conclude Bonini -, le donne che sono in dolce attesa non devono attenersi a precauzioni supplementari, ma attenersi a quelle che tutti già conosciamo: rispettare il distanziamento sociale, indossare la mascherina, lavarsi spesso le mani”.

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