Finisce il lockdown e riprendono gli incidenti stradali “Troppi comportamenti scorretti”

La riapertura e la ripartenza delle attività ha comportato anche una ripresa dell’incidentalità grave e mortale sulle nostre strade: il confronto dei dati provvisori degli incidenti mortali nel territorio regionale nei mesi di aprile 2020 (lockdown) e di maggio 2020 (inizio fase 2) attestano che i decessi sono quintuplicati, passando da due a dieci.

Lo rileva l’Osservatorio regionale per l’educazione alla sicurezza stradale: “Nel rispetto delle norme vigenti, è stato possibile ritornare ad essere utenti della strada, ma era ipotizzabile ed i dati purtroppo lo confermano che la chiusura forzata lasciasse strascichi nel comportamento alla guida – sottolinea il presidente Mauro Sorbi -. E non poteva essere diversamente, perché la guida è un’attività complessa che implica coordinazione senso-motoria (cambio marce, pressione sui pedali di acceleratore e frizione), attenzione, giudizio psico-fisiologico (per prevedere, ad esempio anche le mosse di chi ci precede)”.

“Gli psicologi hanno dimostrato che la guida è influenzata dai nostri stati emotivi e in special modo dallo stress, dall’ansia con l’aggravante dell’inattività di questo periodo di chiusura. È documentato che la distrazione è causa-concausa di oltre l’80% degli incidenti ed ora forma un binomio esplosivo e potenzialmente pericoloso con l’ansia. I problemi legati al lavoro, o perso o da riavviare o da finanziare, sono costantemente presenti in molti e producono un’estraneazione temporanea della mente rispetto alla necessaria attenzione alla guida. L’unione con l’ansia impedisce al cervello di affrontare simultaneamente più attività con-temporaneamente, portando a comportamenti rischiosi per gli utenti della strada”.

“Un’aggravante – prosegue Sorbi – è il meccanismo più o meno conscio di riguadagnare il tempo perduto che porta ad essere insofferenti e poco attenti alle norme del Codice della Strada, in primis il rispetto dei limiti di velocità e il mantenimento della distanza di sicurezza. Il distanziamento sociale, che abbiamo imparato a conoscere e ad applicare costantemente, venga utilizzato anche sulla strada per permettere ai nostri riflessi “appannati“ di riabituarsi a interagire nel complesso sistema della mobilità stradale”. “Siamo preoccupati – conclude Sorbi – perché, pur in presenza di un traffico ancora limitato, sono stati rilevati, in percentuale, troppi comportamenti scorretti. Segnaliamo che gli indici di mobilità attestano una costante crescita nelle province della regione con un aumento del 239% rispetto al periodo marzo/aprile. Il governo ha attuato misure giustamente drastiche e senza precedenti per evitare morti per l’emergenza sanitaria. Chiediamo la stessa severità per combattere seriamente le stragi che si susseguono da troppo tempo sulle strade”.

“Ogni Comune sottoscriva un patto di fair play fra utenti della strada” – Lo stesso Sorbi chiede anche che i Sindaci si facciano promotori di “iniziative che coinvolgano tutti gli utenti e le associazioni che li rappresentano, a partire dai pedoni fino agli autisti di mezzi pesanti, per accrescere la sensibilità versa una cultura che faccia percepire la strada come luogo di vita condiviso, senza prevaricazioni di una categoria a discapito di altre”.

“La presenza del Covid 19 – osserva – potrebbe portare i cittadini a limitare l’uso dei mezzi pubblici a favore di quelli privati. Facile prevedere la crescita della mobilità alternativa, visto gli incentivi per l’acquisto di dispositivi e mezzi elettrici ed il fatto che la regione Emilia-Romagna è prima per diffusione delle piste ciclabili. In questo new deal della mobilità occorre porre l’accento anche sulla sicurezza stradale ed è quindi fondamentale che tutti gli utenti rispettino le regole stradali. La ratio di questa nostro richiamo al rispetto da parte di tutti è il riportare al centro della discussione sulla mobilità la sicurezza stradale anche nei momenti legati alla contingenza, visto che è necessario una razionalizzazione negli spostamenti, garantendo al contempo la massima incolumità”.

“Non bastano nuove ciclabili, servono il rispetto delle regole e un cambio di mentalità. È il momento delle scelte coraggiose. Se i Comuni sono convinti della strada che hanno iniziato a percorrere, in vista di settembre – con le scuole riaperte – occorre trovare un modo per mettere in sicurezza tutti: pedoni, ciclisti, centauri e automobilisti. Ma la strada è ancora lunga. Si dovrà quindi prevedere una condivisione delle strade. Segnaliamo che il monopattino è vietato ai minori di quattordici anni e i minorenni sono obbligati ad indossare il dispositivo di sicurezza del caschetto. Sarebbe inoltre auspicabile che venisse imposto l’obbligo di assicurazione per tutti i veicoli o dispositivi, manuali o elettrici, che transitano su spazi pubblici (strade- piste riservate – o piste ad uso promiscuo)”.

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