In ginocchio con il pugno alzato per George Floyd: Piacenza si unisce alla protesta contro il razzismo fotogallery

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In ginocchio, e con il pugno alzato, in memoria di George Floyd.

E’ arrivata anche a Piacenza la protesta di “Black Lives Matter”: oltre un centinaio le persone che nel pomeriggio del 10 giugno si sono ritrovate sotto la pioggia a piazzale Libertà per una manifestazione che si riallaccia all’ondata di sdegno internazionale scatenata dalla morte di Floyd, afroamericano ucciso da un poliziotto, ma che fa presente anche le contraddizioni italiane, come si leggeva sui cartelli esibiti dai manifestanti: non si respira anche quando si muore in mare, come i migranti affogati nel Mediterraneo, così come nei campi sfruttati per pochi soldi durante le campagne stagionali. “Io sono bianca – le parole di una ragazza che ha preso il microfono – e proprio per questo sono privilegiata, non sono mai stata discriminata o aggredita. Non si può morire per un po’ di melanina in più”.

“Il Black Lives Matter piacentino – spiegano gli organizzatori dell’omonima sigla costituitasi in questi giorni a Piacenza – non vuole solo portare la propria solidarietà alle sacrosante rivolte negli Usa, ma di dire chiaramente che anche l’Italia ha un enorme problema di razzismo istituzionale. Come altro possiamo definire una legislazione che collega al contratto di lavoro la possibilità di restare sul suolo italiano? Dietro la retorica del merito si cela chiaramente solo la volontà di ricattare le persone costringendole ad accettare stipendi da fame e condizioni umilianti”.

“Siamo lavoratori, studenti, disoccupati, siamo quelli che da 3 mesi stanno aiutando 400 famiglie piacentine in difficoltà a cui ancora non è arrivata la cassaintegrazione, il nostro essere espressione del popolo non può prescindere dal contrastare questo razzismo quotidiano”.

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