Rancan (Lega) “Su cura con plasma iperimmune in Regione siamo in ritardo, rischio di arrivare impreparati a seconda ondata”

“Siamo in ritardo, rischiamo di arrivare impreparati a una eventuale seconda ondata di epidemia da Coronavirus, mentre molti cittadini emiliano romagnoli sono costretti ad andare in Lombardia per donare il loro plasma iperimmune”.

Così il capogruppo della Lega Emilia Romagna, il piacentino Matteo Rancan, ha replicato all’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini, che ha ammesso che la Regione sta ancora lavorando alla creazione di una banca del plasma iperimmune in applicazione di un protocollo che non ha ancora avuto la sua definitiva approvazione a livello nazionale. “Di questa vicenda – ha detto Rancan – si parla ormai da più di un mese e con delusione abbiamo visto che l’Emilia Romagna ha scelto di non audire in commissione il dottor Giuseppe De Donno che, a Mantova, è stato il primo a mettere in pratica questa metodica come cura efficace contro il Coronavirus. Ai donatori emiliano romagnoli che, sulla scorta di quanto fatto da De Donno a Mantova, volevano donare il loro sangue una volta guariti dalla malattia, dal servizio sanitario regionale è stato risposto che non ce n’era bisogno.

“Adesso – ha aggiunto Rancan – l’assessore Donini ci conferma che la Regione sta ancora lavorando, si attende la definizione di un protocollo condiviso, di raccolta di plasma ancora non si parla, i donatori saranno avvertiti. Insomma, siamo in ritardo mentre, come si sa, prima si interviene, come già fanno a Mantova e a Pavia meglio è. Noi siamo disponibili a collaborare, ma servono risposte concrete. L’assessore Donini – conclude Rancan – ha anticipato che, a livello regionale, la banca del plasma verrà realizzata a Cesena, unico centro di stoccaggio dell’area vasta”. (nota stampa Lega Emilia-Romagna)

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