“Il Comune rinunci alle spese legali: non c’è stato reato, ma il far valere i propri diritti”

Vicenda famiglie arcobaleno e risarcimento spese legali del Comune di Piacenza, l’intervento della sezione provinciale di Emilia Romagna Coraggiosa.

La vicenda delle due coppie piacentine recentemente condannate a dover risarcire il Comune di Piacenza per una cifra di 10 mila euro ciascuna, ci dimostra quanto lunga e diseguale sia ancora nel nostro paese la battaglia per i diritti. Lunga perché anche le normative introdotte recentemente (Legge Cirinnà) lasciano margini di ambiguità e lasciano ai comuni e ai singoli Tribunali le decisioni. Diseguale perché Comune e Tribunale che vai…sentenza che trovi…E così se a Piacenza è stato loro negato di trascrivere sull’atto di nascita il nome di entrambe le mamme, la stessa cosa non avviene in altre città.

Ma ciò che ci ha colpito è la severità della sentenza, che comunque rispettiamo, e la quantificazione della somma da pagare quale rimborso spese legali al Comune. E’ per questo che ci sentiamo di chiedere al Comune, nel momento in cui si sta dimostrando attento a sostenere il reddito di tutti coloro i quali sono stati messi in difficoltà dall’emergenza Covid, fino ad arrivare a sostenere le spese per la tassa rifiuti delle imprese anziché chiedere alla sua partecipata Iren di contribuire rendendola un po’ più credibile agli occhi dei piacentini visto che la qualità del servizio non si può certo dire essere migliorata, di valutare se rinunciare al rimborso.

Non siamo infatti in presenza di una sentenza di reati contro la pubblica amministrazione o il patrimonio, ma ad un rimborso per aver cercato di ottenere diritti che, a macchia di leopardo, sono riconosciuti in alcune zone del nostro paese. La cittadinanza lo comprenderebbe perché, come noto e come ci insegna la storia del nostro paese, in tema di diritti civili è spesso più avanti delle istituzioni e l’istituzione Comune che ha preso una decisione che non condividiamo ma rispettiamo ne guadagnerebbe in credibilità ed umanità. Se così non fosse, come Emilia Romagna Coraggiosa ci associamo a sostenere tutte le forme di solidarietà che si attiveranno per favorire il rimborso del debito, ma crediamo che le istituzioni non ci farebbero una bella figura.

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