Piacenza, nel 2019 cresce occupazione (+1%) ed export (+13 %). Calano i turisti

“Quella di oggi è una presentazione del tutto particolare, diversa dal solito. L’esperienze drammatica che ha vissuto il nostro territorio con l’emergenza sanitaria ha infatti avuto ripercussioni molto forti sul nostro sistema economico”.

Lo ha detto il sindaco e presidente della Provincia di Piacenza Patrizia Barbieri in occasione della presentazione del rapporto congiunturale (SCARICA QUI) che fotografa la situazione economica del nostro territorio nel 2019 e che viene racchiuso nel numero 37 della rivista Piacenz@ Economia, Lavoro e Società, realizzata in collaborazione tra l’Ente provinciale, la Camera di Commercio di Piacenza e L’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Un quadro – come fanno intendere le parole di Barbieri – che rischia di essere obsoleto, perchè non tiene, ovviamente, conto dell’impatto del lockdown sul tessuto socio-economico di Piacenza, ma che comunque offre diversi spunti interessanti e sintetizza un’annata nel complesso positiva.

“Le tendenze a livello di popolazione, imprese, turismo, mercato del lavoro e credito, evidenziano come siano stati prevalenti – anche nel 2019 – i segnali di miglioramento rispetto alle situazioni di criticità, a conferma di un trend di ripresa che ha caratterizzato in questi ultimi anni l’ambito piacentino – ha evidenziato il funzionario della Provincia, Antonio Colnaghi -. Più nel dettaglio – ha aggiunto -, sono questi i principali risultati ottenuti nel 2019 dal nostro sistema socio-economico locale a confronto con il 2018:

a livello demografico, una sostanziale stabilità dei livelli di popolazione (+0,05%), che deriva però da un aumento della componente di nazionalità straniera (+2,2%) e da una corrispondente riduzione di quella di nazionalità italiana (-0,3%);

in campo economico, un settore manifatturiero che ha sperimentato andamenti degli indicatori in controtendenza rispetto all’evoluzione negativa regionale, con fatturato totale (+1,8%), fatturato estero (+1,1%), ordini esteri (+0,8%) e produzione (+0,3%) che si collocano tutti in campo positivo (anche se in decisa decelerazione e con un’inversione del trend nella seconda parte dell’anno);

– la conferma della dinamica ascendente dell’interscambio con l’estero, che si sostanzia in un ulteriore aumento delle esportazioni in valore del 13% (bene fa qui in particolare la meccanica, +14,2%, arrivando a 1miliardo e 100milioni di euro), e in una crescita delle importazioni del 7%, in entrambi i casi con variazioni superiori a quelle registrate a livello regionale e nazionale;

uno stock delle imprese che risulta sempre in diminuzione, con perdite soprattutto tra le ditte individuali e le società di persone, le imprese artigiane e quelle dell’agricoltura, dell’edilizia e del commercio, mentre crescono le società di capitali, le imprese a titolarità straniera e le imprese dei servizi;

un settore del turismo che evidenzia una battuta d’arresto rispetto all’anno precedente, segnando un debole +0,5% per gli arrivi ed un calo dell’1% delle presenze, e registrando anche significative differenze della congiuntura tra i vari comparti, con la tenuta/sviluppo dell’alberghiero e dei turisti italiani da un lato e la flessione dell’extralberghiero e della domanda estera (specie per le presenze) dall’altro;

sul mercato del lavoro infine, si registra un guadagno di quasi un punto percentuale nel tasso di occupazione (da 69,1% a 69,9%) e nel tasso di attività (da 73,4% a 74,2%), mentre il tasso di disoccupazione (al 5,7%) rimane sostanzialmente sui livelli dell’anno precedente, perdendo solo una frazione di punto. In sintonia con queste dinamiche è il saldo avviamenti-cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente (+1.612), che vede soprattutto sul versante del lavoro a tempo indeterminato – grazie alla decontribuzione – un particolare sviluppo. Meno bene invece la Cassa integrazione, tornata nel 2019 leggermente a crescere rispetto ad un anno prima, pur mantenendosi su livelli complessivamente ancora poco elevati.

“Restando quindi in attesa dei dati del primo e del secondo semestre dell’anno in corso – la conclusione di Colnaghi – per misurare l’impatto sul sistema locale di quella che si preannuncia come una delle peggiori recessioni mondiali, andiamo ad archiviare il 2019 come un anno che ha rappresentato per il contesto provinciale nel complesso ancora una fase positiva, anche se in rallentamento”.

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