Primi interrogatori per i carabinieri “Facevo quello che mi dicevano di fare”. E c’è chi piange

Sarà il comando Interregionale di Padova, dal quale dipende anche il regionale dell’Emilia Romagna, a condurre l’inchiesta interna sui carabinieri indagati per i gravi reati dalla procura di Piacenza.

Nella giornata di venerdì 24 luglio sono iniziati gli interrogatori di garanzia per alcuni dei carabinieri arrestati dalla Procura della Repubblica di Piacenza nell’ambito dell’operazione Odysseus. Il primo dei carabinieri arrestati nell’ambito dell’indagine sulla caserma di Piacenza a essere interrogato, ”ha risposto a tutte le domande”. Lo ha riferito – come riporta l’Agi – il suo legale, Francesca Beoni, che ha definito il suo assistito ”provato”. L’interrogatorio di garanzia davanti al gip e’ durato piu’ di due ore. Assieme ad altri indagati, è accusato tra le altre cose di avere picchiato un giovane nigeriano ”tanto da farlo crollare a terra e sanguinare”, come si legge nel capo d’imputazione.

“Facevo quello che mi dicevano di fare senza sapere cosa c’era a monte”. E’ stata questa, in sostanza, la difesa del carabiniere interrogato dal gip di Piacenza Luca Milani dopo essere stato arrestato nell’ambito dell’indagine sulla caserma sequestrata. Un altro carabiniere è scoppiato in lacrime davanti al gip, affermando in un passaggio del lungo interrogatorio in carcere a Piacenza: “Mi è crollato mondo addosso”, così come riferito dal suo avvocato, Pierpaolo Rivello.

Ha risposto alle domande del gip anche un 30enne di origine marocchina, ritenuto dagli inquirenti ”confidente” di alcuni dei carabinieri di Piacenza, arrestato anche per spaccio nell’indagine sugli illeciti commessi nella caserma Levante. Lo riferisce sempre all’Agi il suo legale, Angelo Rovegno. Stando all’accusa, avrebbe dato un contributo importante nelle vesti di informatore, favorendo il meccanismo degli arresti illegali degli uomini in divisa, dai quali, come ‘premio’, avrebbe ricevuto parte della droga che veniva sequestrata e poi da lui rivenduta.

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