Il rischio che più mezzi pesanti si riversino sulle strade, un incontro in Prefettura

Da una parte gli agricoltori, che talvolta circolano con mezzi assai pesanti, e dall’altra strade non adatte al transito di mezzi agricoli o autoarticolati la cui massa può raggiungere e superare le 40 tonnellate.

Nel bel mezzo della stagione estiva, che vede il lavoro nei campi procedere speditamente, è espoloso il problema. Prima di tutto a seguito di lavori che sono stati avviati quasi un anno fa da Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) sull’argine maestro del Grande Fiume all’altezza del Comune di Calendasco e un secondo step di lavori iniziati alle soglie della stagione estiva, sempre sull’argine, a Rottofreno. Un investimento di 5 milioni di euro, un intervento importante – sottolineano i vertici di Aipo – per la messa in sicurezza delle opere idrauliche.

Gli agricoltori, forse presi alla sprovvista, si sono visti impossibilitati a percorrere le stradine degli argini per raggiungere con i mezzi agricoli le fattorie e i campi, talvolta ubicati anche in zone golenali. Così nei giorni scorsi la Prefettura di Piacenza ha ospitato un tavolo tecnico (a cui hanno preso parte i soggetti interessati: Aipo, la Polstrada, il comando provinciale dei Carabinieri, Confindustria, Coldiretti, i sindaci di Calendasco e Rottofreno, il Consorzio di bonifica e la Polizia Locale Bassa Val Trebbia Val Luretta) per trovare soluzioni alternative ai tragitti di percorrenza. A questo tavolo ne ha fatto seguito un secondo durante il quale si è rimandata la decisione definitiva a settembre circa le modalità di utilizzo, in condizioni di esercizio, dell’arginatura.

Nel contempo è arrivata una circolare n°33119 del 28 ottobre 2019 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per mezzo della quale ora “anche i treni agricoli possono raggiungere le masse ammissibili ben oltre le 50 tonnellate e tali valori sono da considerarsi legali e non eccezionali, come indicato dall’art. 104 del Codice della Strada“. E’ indubbio che certi mezzi pesanti – circolando sulle strade degli argini – possano sottoporre a stress l’infrastruttura (dimensionata a pesi ben inferiori a quelli che contempla la circolare). Col tempo si creerebbero avvallamenti o si rovinerebbero le scarpate sino a cagionare un vero e proprio deterioramento in concomitanza delle piene dei corsi d’acqua, provocando con un grave danno economico al fine di ripristinare l’opera pubblica.

Aipo, dal canto suo, tira un sospiro di sollievo: le strade che sovrastano gli argini infatti sono considerate opere idrauliche e come tali possono esibire cartelli stradali che segnalino i carichi massimi di portata così, qualora venga trovato un veicolo di massa superiore al consentito, il conducente potrà venir sanzionato dalle forze dell’ordine. Questo provocherà il riversarsi sulla viabilità ordinaria di mezzi pesanti? A quanto pare sì. In effetti, stando alla circolare sopracitata, mezzi che non rientrano per massa limite nell’art. 62 del Codice della Strada (32 tonnellate per cosiddetti veicoli isolati e 44 tonnellate per complesso di veicoli) si possono ritenere liberi di circolare anche senza chiedere l’autorizzazione agli enti proprietari delle strade (comuni in primis).

Ecco che qualora mezzi pesanti si mettano a percorre anche i cavalcaferrovia o le sopraelevate alle autostrade, seppur questi abbiano istallati apposita cartellonista stradale a cura dei costruttori (foto qui sotto) sono di fatto non sanzionabili da polizia o carabinieri. Questo perché tali veicoli sono da considerarsi veicoli ordinari anche se superano i pesi massimi indicati dal Codice della Strada: misure che sono state prese come riferimento dal costruttore o ente proprietario della strada per la costruzione dell’infrastrutture nonché per il suo collaudo.

cartello cavalcavia

Le forze dell’ordine, prima della pubblicazione della circolare 33119 del Ministero dei Trasporti, durante un controllo se riscontravano pesi gravemente eccedenti a quelli prescritti – rispetto alla tipologia di strada oggetto della percorrenza – elevavano sanzioni amministrative assai salate e contestualmente avveniva anche il ritiro della patente di guida e della carta di circolazione. Cosa che ad oggi non può accadere, salvo un verbale di poche decine di euro che non scoraggia di certo determinati comportamenti. Inoltre la circolare 33119 sopracitata di fatto va a “decapitare” l’articolo 104 del Codice della Strada, il quale prevede un massimo di 14 tonnellate per un trattore agricolo, 16 tonnellate per un cingolato e 20 tonnellate per un rimorchio, spostando la lancetta della bilancia oltre le 50 tonnellate.

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