Indagine sieroprevalenza Covid, a Piacenza valori fra i più alti in Italia: oltre il 10% di positivi

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Sono 1 milione e 482mila le persone che hanno incontrato il Covid in Italia (2,5% dell’intera popolazione da zero anni in su) e Piacenza, insieme a Bergamo e Cremona, è fra le province più colpite dal virus.

Test sierologici

Sono i primi dati che emergono dall’indagine di sieroprevalenza su SARS-CoV-2 Istat-Ministero della salute, realizzata per stimare le dimensioni e l’estensione dell’infezione nella popolazione e basata su 64.660 test effettuati dal 25 maggio al 15 luglio. Le persone che sono entrate in contatto con il virus sono dunque 6 volte di più rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante la pandemia, attraverso l’identificazione del Rna virale, secondo quanto prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità.

I PRIMI RISULTATI DELL’INDAGINE

La Lombardia assorbe il 51% dei cittadini che hanno sviluppato anticorpi, con la sieroprevalenza più alta nella provincia di Bergamo con il 24% e Cremona con il 19%: queste – è stato spiegato – sono le uniche province, insieme a Piacenza, ad avere un dato a due cifre. Segue un gruppo di regioni del Centro Nord con sieroprevalenza puntuale intorno al 3%, uno intermedio composto da Friuli, Lazio, Toscana e Umbria e poi il Mezzogiorno con un tasso più basso. “C’è una enorme variabilità anche intraregionale sui dati di sieroprevalenza – ha sottolineato il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli presentando l’indagine -: a fronte del 24% di Bergamo, due province confinanti come Como e Lecco sono nell’ordine del 3-5%. Sia Cremona, sia Piacenza sono le altre due province del Paese che hanno un tasso di sieroprevalenza superiore al 10%, tutte le altre sono significativamente inferiori, in particolare nelle regioni meridionali e insulari”.

Se, come si diceva, la Lombardia si conferma al primo posto per numero di persone positive al virus (7,5%), tutte le Regioni del Sud sono infatti al di sotto dell’1%. I lavoratori della sanità risultano i più colpiti, con differenze regionali. La trasmissione intra-familiare è stata molto elevata, ma – emerge dall’indagine – se si adottano le misure di precauzione, il contagio non avviene, come è accaduto per il 60% della popolazione,che ha avuto familiari conviventi con Covid-19. Elevata la presenza di asintomatici (27,3%), dato che sottolinea l’importanza di seguire le regole di prevenzione raccomandate.

“Secondo la ricerca – le parole il ministro della Salute Roberto Speranza – il 2,5% degli italiani è entrato in contatto con il virus. Questo e gli altri dati emersi ci confermano che la prudenza e le misure di contenimento adottate dal governo e i comportamenti corretti dei cittadini hanno limitato la diffusione del contagio. Non abbassiamo la guardia, anche se siamo fuori dalla tempesta non siamo ancora in un porto sicuro”.

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