Referendum parlamentari, Rabuffi (Pc in Comune) “Riduzione renderà più debole la nostra democrazia”

Intervento di Luigi Rabuffi, consigliere comunale Piacenza in Comune 

Il 20 e 21 settembre, con il referendum, saremo chiamati a una scelta importante: confermare o tagliare il numero dei parlamentari portandolo dagli attuali 945 (630 deputati e 315 senatori) a 600 (400 deputati e 200 senatori). Una scelta in grado di ridisegnare il futuro della nostra democrazia, basata attualmente su un bicameralismo parlamentare in grado di garantire una capillare rappresentanza del territorio, soprattutto nella sede più nobile: quella legislativa.

Una scelta, quella fra il Si e il No, che rischia però di essere pesantemente condizionata dai recenti fatti che hanno coinvolto alcuni parlamentari, interessati più ai “bonus” che non a rappresentare il popolo italiano. Mai come in questa occasione, infatti, la scheda che imbucheremo nell’urna ci offrirà su un piatto d’argento la possibilità di vendicarci del parlamentare “arraffone”, di sparare “nel mucchio” della politica, di farci sommaria e presunta giustizia.

Un’opportunità talmente stimolante da impedirci di riflettere sul vero senso della rappresentanza parlamentare. Riflessione che allo stato attuale necessita di un surplus di ragionamento, basato prevalentemente su un dato di fatto: oggi, a tutti noi, non compete vendicarci, fare “pollice verso” nell’arena parlamentare, innescare il terrore tra gli avidi deputati e senatori; oggi, a tutti noi, compete fare la scelta migliore per la nostra democrazia e per quella dei nostri ragazzi. Una scelta che dovrà essere dettata dalla forza della ragione e dagli insegnamenti che la storia ci ha tramandato: dalla Resistenza alla ricostruzione post bellica, dal terrorismo alle stragi, dalla debolezza dello Stato alla forza dell’antistato. Momenti difficili che solo una democrazia forte e rappresentativa ha saputo affrontare e superare.

Certo, in questo momento è assai difficile dare torto a chi si domanda provocatoriamente per quale motivo si debbano tenere a “libro paga” gli oltre 900 parlamentari. Ma allo stesso tempo risulta evidente (accantonando lo spirito di “vendetta”) che l’eventuale riduzione dei parlamentari rischia di rendere ancora più debole la nostra democrazia, già oggi condizionata dai potenti di turno (segreterie di partito, lobbisti, inciucisti) capaci di determinare candidature, elezioni e vantaggi per sé stessi e per i propri “affini”. Più il campo sarà ristretto e più facile sarà indirizzare la partita, è chiaro. Contro questo dobbiamo batterci. Non contro la democrazia…

E allora, anziché risparmiare sui costi della politica tagliando il numero dei parlamentari, si utilizzi la scure per abbattere pesantemente indennità e benefit che arricchiscono, oggi, deputati e senatori. Restituendo al Parlamento quella dignità di servizio che l’avidità di tanti personaggi politici ha trasformato in abuso. Per tutto questo voterò NO. E lo farò nella convinzione che alimentarsi di democrazia sia sempre meglio che saziarsi, in modo effimero, del gusto fugace della vendetta…

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