Tagliaferri (Fdi) “Bonaccini salvi le città universitarie dai danni del lockdown”

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La Giunta Bonaccini intervenga in modo da contrastare il calo di immatricolazioni universitarie a causa della pandemia da Coronavirus e “salvare”, di conseguenza, le città universitarie dallo spopolamento studentesco. A chiedere all’amministrazione di affrontare la “fuga” dei fuorisede e, di conseguenza, l’impatto economico negativo sull’indotto legato agli Atenei, è Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale piacentino di Fratelli d’Italia.

“A causa dell’emergenza sanitaria molti poli universitari della nostra regione hanno subito la riduzione degli iscritti e, di conseguenza, degli introiti, con il rischio di un’ulteriore contrazione il prossimo autunno, stante il fatto che il rientro a settembre in presenza non è ancora affatto scontato: mentre le autorità accademiche italiane si impegnano per erogare una didattica mista, gli studenti fuorisede abbandonano le città universitarie fino a data da destinarsi, azzerando l’indotto della vita studentesca”, taglia corto Tagliaferri che, nel chiedere atti concreti, ricorda come “a subire l’impatto diretto della mancanza dei «fuorisede» sono anche i commercianti: paninerie, bar, copisterie, librerie situate nel cuore delle zone universitarie hanno perso più del 90 per cento degli introiti e dei clienti: purtroppo, infatti, è indubbio che per coloro la cui situazione economica personale e familiare non è del tutto rosea, il superamento della sessione rappresenta una sorta di dead line rispetto alla conferma o meno del proseguimento degli studi tout court comunque da «fuorisede»”.

Per il consigliere è chiaro cosa occorra per “salvare le città universitarie”: “la Regione deve fare maggiori investimenti per il diritto allo studio, come il calmieramento dei prezzi di affitto e – spiega Tagliaferri – delle utenze per i fuorisede, l’aumento dei posti letto nelle residenze universitarie, l’incremento delle borse di studio e l’abbassamento dei criteri di merito per il mantenimento delle stesse, il sostegno per le spese universitarie e in alcuni casi l’innalzamento dei limiti di esonero contributivo se si vuole evitare una crisi come quella del 2008 che è stata superata in ben dieci anni”.

Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’esecutivo regionale “cosa intenda fare per risolvere il problema”.

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