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Cittadini non solo si nasce: conversazione a più voci su identità e senso di appartenenza

Mercoledì 14 ottobre alla Scuola Azzurra di via Roma 163 si è svolto il primo incontro del percorso “Le parole della cittadinanza”, all’interno del progetto “Laboratori di cittadinanza” finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

L’incontro, trasmesso online con buona partecipazione, è stato inoltre ripreso dai giovani de La Matita Parlante ed è a disposizione sul sito www.mondoapertopiacenza.it. Quattro i relatori presenti: Carla Antonini, docente di storia e diritto, con una lunga esperienza al Centro di documentazione di Storia contemporanea di Piacenza, Gabriele Dadati, scrittore e giornalista, Giacomo Capelli, imprenditore e Bernardo Carli, moderatore, referente di Fabbrica&Nuvole e a lungo dirigente scolastico.

“Il primo giorno di scuola il mio insegnante di storia aveva scritto alla lavagna un motto: “I care”, mi interessa. Cittadino è chi si interessa di ciò che accade accanto a lui, si occupa della città. Ma la città non sono muri case e strade, sono le persone, sono la comunità che abita un territorio” – ha aperto l’incontro Carla Antonini, che ha proseguito poi citando don Milani e la scuola di Barbiana, il libro “Lettera a una professoressa” con i bisogni di chi apprendeva in un tempo pieno di difficoltà economiche, arrivando dalla campagna, da famiglie umili. Don Milani per punizione (appoggiava l’obiezione di coscienza, cioè il rifiuto dei giovani di fare il militare) era stato mandato in montagna, lontano dalle comodità della città. Ma lui si era interessato agli studenti poveri del paese di Barbiana e con loro leggeva il giornale tutti i giorni. A scuola si parlava degli avvenimenti quotidiani, per capire ciò che accadeva e farsi un’opinione. “I miei genitori non erano laureati ma volevano che studiassi”, e hanno insistito perché avvenisse.

Ecco la prima parola della cittadinanza: MI INTERESSA. MI INTERESSANO LE PERSONE. Su questa parola interviene Giacomo Capelli: “Ho deciso di fare il volontario della Croce Rossa a Ottone. E’ una piccola realtà di montagna e là è molto importante lavorare insieme alle persone che vi abitano, sono quasi tutti anziani. Il servizio che noi portiamo ha messo in moto tante iniziative e tanti altri servizi”. Citando “Uomini e profeti”, trasmissione su Radio 3, Bernardo Carli aggiunge una seconda parola: SIAMO IN UNO STATO LAICO. Le nostre leggi non fanno riferimento a un testo sacro, come succede per esempio nei Paesi musulmani. L’idea di Stato laico significa “uno Stato di diritti per tutti”, che riconosce in ogni vita umana il diritto di vivere, che ha avuto dei padri fondatori, i quali hanno pensato a una città come convivenza tra persone con gli stessi diritti.

Lo scrittore e giornalista Gabriele Dadati cita la sua esperienza recente. “Mi trovavo tra alcune persone che avevano la mascherina abbassata e a me questo dava fastidio. Ho raccontato allora che sono un ex paziente oncologico, per tanto tempo sono stato immunodepresso. Ancora oggi devo difendermi: per me una malattia semplice può essere pericolosa”. La parola “città” produce la parola “cittadino”. Un operaio, un calciatore, un cuoco sono cittadini. Dalla città prendono l’identità. Ma cos’è una città? Senza la comunità non si può capire cos’è. Sono nato a Piacenza ma cresciuto a Quarto, ero sradicato dal mio quartiere, non mi trovavo con nessuno. Al centro di Quarto c’è un parcheggio: è difficile incontrarsi…in un parcheggio. Sono diventato cittadino andandomene via da questo luogo. Dove mi sentivo vivo era la Chiesa. Lì mi incontravo con gli amici, facevo progetti. E ho capito che quando si scrive e si parla lo si fa per comunicare, per gli altri. Sia un bambino, sia un datore di lavoro… lo fanno per gli altri. In base a ciò che siamo possiamo fare un pezzettino per gli altri. E questo permette di ricostruire l’identità.

Ecco la terza parola: IDENTITA’. La storia insegna che l’identità si costruisce un pezzo per volta. Il potere stabilisce delle differenze attraverso dei divieti: se sei un bambino devi fare questo, non puoi fare quest’altro…Identità è la capacità di riconoscere il mio io. E’ importante mettersi in costruzione. Riprende Carla Antonini: “Io sono una donna e ho avuto la fortuna di partecipare a un gruppo di donne. Ho fatto anche esperienza di servizio al Comune di Piacenza nelle liste dei Verdi. E’ stata un’esperienza molto utile, sentire che costruivo qualcosa per il bene delle persone. Se sei cittadino DEVI PARTECIPARE per migliorare la città”.

Ecco la quarta parola: PARTECIPAZIONE. Dal pubblico interviene Brunetta Schiaffonati, insegnante di lettere, che racconta la sua crescita con un gruppo di donne: “Negli anni ’70 è stato per me importante incontrarmi fuori di casa con amiche e con loro scambiare opinioni. La vita è fuori di casa perché gli avvenimenti avvengono lì. Quando mi incontravo avevo la possibilità di scambiare opinioni, approfondivo le questioni di quel tempo. E’ nato un bellissimo lavoro su di me insieme alle amiche. Ciascuna ascoltava e parlava”.

“Quale collegamento c’è tra identità e cittadinanza?”, chiede Bernardo ai suoi esperti ospiti. “L’identità giuridica, quella della carta d’identità, si ottiene quando abbiamo la cittadinanza”. Ma i diritti come il diritto alla salute, il diritto al lavoro, il diritto alla casa, ci sono anche senza cittadinanza. Oggi abbiamo anche l’identità digitale. Importante è il diritto di voto. Negli anni ’70 si è sviluppato il diritto di famiglia, con pari dignità di tutti, madre, padre, figli. Oggi questi diritti vengono condivisi con chi viene da lontano, da altri Paesi. (Carla)

L’artista è un operaio della bellezza, celebra la bellezza. L’arte è un deposito di valori. Non abbiamo nessun tipo di prova culturale di evoluzione, cioè che l’uomo si è evoluto dopo Dante (che è vissuto nel 1200). Allora è bello e utile tornare indietro, fare tesoro delle bellezze, anche perché non ci sono altri Dante in giro… Quindi è importante sentirci trasversali nel tempo, nei diversi tempi l’uomo è sempre lo stesso. Un diritto fondamentale è quello di essere cittadini. Ci sono tanti giovani che nascono in Italia e non arrivano mai a essere cittadini. La democrazia è un cammino di ricerca di uguaglianza. (Gabriele)

La quinta parola allora è: CAMMINO. PERCHE’ LA DEMOCRAZIA E’ UN CAMMINO. Interviene dal pubblico Marina Pozzoli, biologa di Medici senza frontiere. “Mi sembra di essere come l’acqua, so stare dappertutto (lei ha operato in Siria, in Ucraina, in Nicaragua, …). Tutte le persone che ho incontrato mi hanno lasciato qualcosa di sé, ed io ho cercato a mia volta di lasciare qualcosa a loro. Non c’è niente di assoluto. Ognuno ha la sua verità. Io sono un mix di tante cose e non sono nessuna di queste”. Conclude Bernardo: “Abbiamo bisogno di LABORATORI DI APPARTENENZA. E questa è la sesta parola.

Nel salutarci finale viene consegnato a tutti un libretto realizzato da Giacomo Capelli e Anna Stella Poli, con vignette di Paolo Deandrea e un’intervista a Gherardo Colombo, “ANCH’IO HO I MIEI DIRITTI! e la Costituzione mi insegna a rispettare quelli degli altri”. Chi volesse riceverlo gratuitamente scriva a mondoaperto2019@gmail.comNelle prossime settimane affronteremo “Le parole dell’Educazione”, con docenti esperte nella prima infanzia (0-3 anni, dott.ssa Musi), nella seconda infanzia (4-10 anni, dott.ssa Arioli), nell’adolescenza (oltre i 10 anni, dott.ssa Augelli). Tutti gli incontri sono gratuiti, aperti al pubblico, trasmessi anche online. Chi fosse interessato contatti mondoaperto2019@gmail.com.

Rita Parenti, Mondo Aperto APS

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