“Sono sufficienti due o quattro carabinieri per 180mila abitanti?”

“Sono sufficienti due o quattro carabinieri per 180mila abitanti?”

La domanda, rivolta al prefetto, arriva da il Nuovo Sindacato Carabinieri di Piacenza, che lancia un campanello d’allarme sulla sicurezza a “fronte dei recenti episodi – si legge in una nota – che riguardano proprio la sicurezza anche in provincia (il furto nel negozio Raschiani di San Nicolò e una rapina in villa a Castel San Giovanni, accaduti proprio nelle ultime ore)” che rendono “oltremodo necessario affrontare quanto prima la “questione sicurezza”.

“Il Nuovo Sindacato Carabinieri di Piacenza – riferisce quindi il suo segretario provinciale Andrea Becchio – seguirà con attenzione gli sviluppi giudiziari dell’indagine Odysséus che lo scorso luglio ha coinvolto a vario titolo otto militari in forza alla caserma “Levante”, tra i quali anche le figure preposte al controllo dell’operato dei militari: il comandante della Stazione e il comandante della Compagnia di Piacenza. I risultati investigativi ottenuti dalla Procura locale e l’enfasi mediatica data all’esito dei provvedimenti cautelari hanno prodotto un inevitabile danno di immagine all’Arma e a tutti i carabinieri che quotidianamente lavorano a Piacenza e provincia con impegno e professionalità. In questa ottica, il Nuovo Sindacato Carabinieri sta valutando, con gli organi dirigenziali, di costituirsi parte civile”.

“Dal 22 luglio – continua Becchio -, D-Day dello “scandalo Levante”, l’edificio di via Caccialupo è presidiato 24 ore al giorno da quattro pattuglie di carabinieri che vengono prelevati a turno dalle stazioni del territorio piacentino. Di fatto questa situazione riduce inevitabilmente il rapporto percentuale tra le risorse umane messe in campo e la tutela del cittadino. Dunque, ne va anche della sicurezza degli stessi operatori lasciati spesso soli in circuito per qualsiasi evenienza senza la possibilità concreta, talvolta, di ottenere rinforzi in tempi rapidi e risolutivi. Tolta la città dove possono contare (ma non sempre) sulle volanti della Polizia di Stato o sulla Guardia di Finanza, in provincia i carabinieri frequentemente sono i soli a produrre sicurezza. Una breve analisi per far comprendere ad un osservatore terzo il grande sforzo operativo che l’Arma locale sta affrontando quotidianamente nel vasto territorio piacentino con gli uomini delle sue tre compagnie carabinieri: Piacenza, Bobbio e Fiorenzuola. La sola giurisdizione di Piacenza racchiude 13 comuni (Piacenza, Pontenure, Podenzano, San Giorgio, Vigolzone, Ponte dell’Olio, Rottofreno, Calendasco, Gragnano, Sarmato, Castel San Giovanni, Borgonovo, Ziano) presidiati da nove Comandi di Stazione Carabinieri per un indotto stanziale di 180mila abitanti residenti”.

“L’attuale criticità organica – sottolinea il segretario del sindacato – dei Comandi Stazione Carabinieri (della compagnia di Piacenza) che svolgono il controllo del territorio insieme al Nucleo Radiomobile (ossia il pronto intervento) e che rispondono alle richieste di aiuto dei cittadini in un così vastissimo territorio non possono ovviamente garantire la rapidità d’intervento. Questa situazione potrebbe contribuire ad indebolire la percezione di sicurezza del cittadino e inevitabilmente creare frustrazione tra gli operatori, costretti spesso a turni massacranti per quell’innato senso del dovere che da sempre contraddistingue l’Arma e che nei decenni ha reso speciale il rapporto con i cittadini. E ancora, quando la stazione di Piacenza Levante riaprirà i battenti auspichiamo – ribadisce Becchio – che l’organico venga ripianato con carabinieri inviati da altri distretti proprio per non incrementare quella carenza organica ormai cronica. Dopo i fatti di luglio, il Comando Generale dell’Arma ha dato un forte segnale positivo, prendendo decisioni ferme e indispensabili, sostituendo, in pochi giorni, tutti gli ufficiali con incarichi di comando benché non fossero indagati. La segreteria provinciale del NSC si augura che i comandanti insediatisi in seguito a questa vicenda vogliano continuare in questo solco che pare aver dato il via ad un nuovo corso di rinsaldamento fiduciario tra l’Arma e cittadini”.

“L’NSC – si legge nella nota – chiede al prefetto di Piacenza, Daniela Lupo di interessarsi alla vicenda auspicando che si possa restituire centralità al controllo del territorio attraverso il sistematico completamento degli organici dei Comandi di Stazione, provvedendo alla chiusura di quei presidi che non possano rispondere in maniera efficace sia all’esigenza di sicurezza dei cittadini sia all’esigenza del benessere e della sicurezza dei carabinieri. Lavorare in un’organizzazione interessata alla qualità del servizio che offre e non alla quantità degli arresti è l’obiettivo. Il privilegiare la statistica e i numeri vanifica gli sforzi messi in campo quotidianamente da persone in carne ed ossa, siano essi in divisa o cittadini, e svilisce l’Arma nella rappresentazione che la caratterizza e la distingue da sempre dalle altre forze di polizia, ossia la prossimità e la presenza sul territorio al fianco dei cittadini, ovunque siano. I cittadini e i carabinieri hanno bisogno di concretezza e solidità: ciò può avvenire solo prevenendo alla radice il “sistema Levante” e questo lo si potrà ottenere grazie anche al contributo che potrà dare il Nuovo Sindacato Carabinieri”.

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