“In Emilia-Romagna 40 mila nuclei famigliari in emergenza abitativa”

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Sono 40 mila i nuclei famigliari in emergenza abitativa in Emilia-Romagna.

Il dato, che tiene insieme le domande per il contributo per l’affitto negli ultimi anni e le graduatorie per gli alloggi ERP, è emerso durante la webinar del 16 novembre “La casa un diritto per tutti”, promossa e organizzata da Cgil ER e Sunia ER, alla quale hanno preso parte Valentino Minarelli (segretario generale Sunia ER), Marzia Dall’Aglio (segreteria Spi Cgil ER), Lanfranco De Franco (Anci ER), Silvia Antolini (coordinatrice regionale Acer Fp ER), Filippo Calandra (segretario generale Fillea Cgil ER), Elly Schlein (vice presidente Regione Emilia-Romagna) e Luigi Giove (segretario generale Cgil ER).

“Bisogna offrire a questi nuclei un percorso di fuoriuscita – sottolinea Minarelli – attraverso un incremento del patrimonio pubblico di dimensioni tali da offrire un alloggio calmierato a chi oggi ne è escluso, come avviene in molti paesi europei dove il rapporto tra alloggi in proprietà e in affitto è più equilibrato”. Il tema della casa è diventato più che mai centrale in questi mesi di emergenza sanitaria dove le abitazioni sono anche luogo di studio, lavoro e assistenza. “Dobbiamo evitare che tante persone, in prevalenza donne anziane, diventino prigioniere della propria casa. Servono quindi interventi per rendere davvero l’assistenza domiciliare la modalità di cura che garantisca libertà a chi si ritrova in queste condizioni”, mette in guardia Giove.

In più, la pandemia ha ridotto la tensione abitativa dei centri storici di molte città, “ma mentre ci auguriamo e operiamo affinché questo venga superato, il tema del patrimonio dedicato all’affitto breve o turistico e sottratto all’abitare di cittadini e residenti resta e va regolato”, sostiene Minarelli. Secondo Giove il fenomeno va ripensato, come già avviene altrove, “limitando gli affitti brevi in termini percentuali sul patrimonio edilizio esistente”, perché queste bolle immobiliari “sono pericolose quando cacciano fuori dai centri storici residenti e studenti, penso a Bologna, e sono altrettanto pericolose dopo quando scoppiano”.

Tutti questi elementi troveranno momenti di approfondimento e confronto anche all’interno del futuro Patto per il lavoro e per il clima. “Già nelle prossime settimane, a conclusione della discussione sul bilancio regionale, dobbiamo ragionare come le risorse messe in campo in questa prima fase possano essere utilmente impiegate – ricorda Giove -. Ma soprattutto gran parte della discussione dei prossimi mesi sarà sulla programmazione dei fondi europei, ordinari e straordinari. Quello sarà il vero banco di prova, lì valuteremo la maturità del nostro ‘sistema regione’ (le istituzioni e tutti i suoi attori sociali ed economici), se capace cioè per davvero di essere protagonista a livello europeo con una nuova idea di cambiamento, sviluppo e crescita, non più fatta di numeri ma in grado di valutare qual è davvero la qualità della vita delle persone”.

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