La Regione Emilia Romagna è in zona gialla, ecco cosa cambia da venerdì 6

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Emergenza Covid, come anticipato la Regione Emilia Romagna è in zona “gialla”, a criticità moderata.

Lo ha comunicato il premier Giuseppe Conte, durante il suo intervento per illustrare le novità contenute nel Dpcm che entrerà in vigore da venerdì 6 novembre. Una piccola proroga, rispetto al 5 novembre di cui si era inizialmente parlato, per concedere alle istituzioni e ai privati di organizzarsi. Avrà vigore fino al 3 dicembre. Poi con ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza, verranno effettuati degli aggiornamenti settimanali. “Se tra 14 giorni avremo dati migliori – ha detto Conte – è possibile l’adozione di misure meno restrittive”.

COSA COMPORTA ESSERE IN ZONA GIALLA – In Emilia Romagna e quindi anche a Piacenza entrerà in vigore il “coprifuoco. Dalle 22 alle 5 del mattino, così come su tutto il territorio nazionale, sarà vietato spostarsi, salvo che per motivi di lavoro o di salute. Ad ogni modo viene rivolto l’invito alla popolazione a limitare gli spostamenti a motivi di reale necessità: per lavoro, studio, per fare la spesa e ovviamente per necessità di salute.

Riguardo al trasporto pubblico, a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale sia consentito un coefficiente non superiore al 50 per cento, ad eccezione dei mezzi di trasporto scolastico. Restano aperte scuole elementari e medie, didattica a distanza al 100% alle superiori. Restano chiusi i centri commerciali – ad eccezione di negozi alimentari e farmacie – nel weekend e nei festivi. Chiusi anche musei e sale bingo, mentre resta l’incentivazione allo smart working, sia nel pubblico che nel privato. I negozi di parrucchieri e estetiste restano aperti. Idem per bar e ristoranti, che devono però chiudere al pubblico dalle 18, lasciando la possibilità dell’asporto. Restano chiuse palestre e piscine, ad eccezione dei centri sportivi.

4 REGIONI IN ZONA ROSSA – Insieme all’Emilia Romagna sono considerate zone “gialle” Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Provincia di Trento e Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto. Puglia e Sicilia sono invece in area “arancione” (a criticità medio-alta): qui, oltre alle misure in vigore per le regioni “gialle”, sarà vietato spostarsi in entrata e uscita da una regione all’altra e da un comune all’altro, salvo comprovati motivi di lavoro, studio, salute o necessità, e viene stabilita la chiusura di bar e ristoranti sette e giorni su sette, che potranno però operare fino alle 22 per l’asporto e senza limitazioni per le consegne a domicilio. Didattica a distanza al 100% per le scuole superiori.

Quattro, infine, le regioni in area “rossa” (criticità alta) – Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta – dove di fatto entra in vigore un lockdown con modalità analoghe a quelle della scorsa primaversa: sarà vietato ogni spostamento, anche all’interno del proprio comune, salvo che per motivi di lavoro, necessità o salute; bar e ristoranti osserveranno le stesse limitazioni delle regioni “arancioni” e saranno chiusi i negozi, fatta eccezione per supermercati, beni alimentari e di necessità. Resteranno invece aperti tabaccherie, farmacie e parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri, non i centri estetici. Per quanto riguarda la scuola resteranno aperte materne, elementari e prima media, didattica a distanza invece per le classi di seconda e terza media e superiori. Chiuse anche le università, salvo specifiche eccezioni, e sospese tutte le competizioni sportive, ad eccezione di quelle riconosciute di interesse nazionale; si potrà svolgere attività motoria in prossimità della propria abitazione e attività sportiva all’aperto e in forma individuale.

CONTE “CI ASPETTANO MESI LUNGHI E DIFFICILI” – “Se introducessimo misure uniche per tutto il territorio nazionale – ha spiegato il premier – produrremmo un duplice effetto negativo: da un lato quello di non adottare misure realmente efficaci per le regioni attualmente a maggior rischio, e dall’altro finiremmo per imporre misure restrittive per quelle aree del paese in cui la situazione è meno grave”.

“L’Rt, che segnala la capacità di trasmissione del virus, è aumentato fino a 1,7, sale il numero degli asintomatici, diminuisce in percentuale il numero di persone che vanno in terapia intensiva, ma i numeri complessivi sono in costante aumento e comportano un’alta probabilità che molte regioni superino le soglie critiche delle terapie intensive e delle terapie mediche già nelle prossime settimane. Dobbiamo necessariamente intervenire per rallentare la circolazione del virus in attesa di poter disporre, ci auguriamo quanto prima, di vaccini e terapie risolutive. Oggi disponiamo di un piano di monitoraggio della curva molto articolato, basato su 21 parametri, la bussola che ci indica dove intervenire e con quale misure”.

“Non abbiamo alternative – ha aggiunto Conte -, dobbiamo affrontare queste restrizioni per congelare questa impennata della curva di contagio, dobbiamo tenere duro: siamo già all’opera per mitigare le ripercussioni negative che queste misure avranno sull’attività economica, sul tessuto produttivo e sui redditi. Già questa settimana porteremo in Conisglio dei Ministri un nuovo decreto legge che consentirà una pronta erogazione di indennizzi per gli operatori economici colpiti. Ci aspettano mesi lunghi e difficili, rispettando però le regole con l’impegno di tutti possiamo raffreddare la curva epidemiologica e recuperare un margine di serenità. E’ un percorso che dobbiamo compiere tutti insieme, sostenendoci gli uni con gli altri”.

VIDEO – LA CONFERENZA STAMPA DEL PREMIER CONTE

LA NOTA STAMPA DELLA REGIONE – Divieto di spostamento dalle ore 22 alle 5 del giorno successivo, se non “per comprovate esigenze lavorative o motivi di salute”; didattica a distanza al 100% per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e Università; sospensione dei servizi di ristorazione – bar, pub , ristoranti, gelaterie e pasticcerie – dalle 18 alle 5; nelle giornate festive e prefestive, sono chiusi gli esercizi commerciali all’interno dei centri commerciali e dei mercati, ad eccezione di farmacie, parafarmacie, presìdi sanitari e punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole. Ancora: capienza al 50% per il trasporto pubblico locale e il servizio ferroviario regionale; sospensione degli spettacoli e delle mostre aperti al pubblico in teatri, sale da concerto, musei; stop alle attività di palestre e centri benessere; raccomandazione al più ampio uso dello smart working per le attività lavorative e professionali, sia nel privato sia nel pubblico impiego.

Queste le principali misure restrittive (in parte conferme, in parte novità) previste dal Dpcm firmato ieri dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che scatteranno da venerdì 6 novembre e fino al 3 dicembre in Emilia-Romagna e in tutto il territorio nazionale. Il Decreto stabilisce in sostanza tre tipologie di intervento: misure nazionali restrittive valide appunto in tutto il territorio italiano (la cosiddetta “zona gialla”, nella quale è necessario contrastare la diffusione del virus), a cui si aggiungono ulteriori misure anti-Covid valide a livello regionale – e quindi non per l’Emilia-Romagna – a seconda che la regione rientri in uno scenario di elevata gravità (la cosiddetta “zona arancione”) o di massima gravità (la cosiddetta “zona rossa”).

Le regioni in cui si applicano le ulteriori misure previste per le zone arancioni e rosse sono individuate con ordinanza del Ministro della Salute, sentiti i Presidenti delle Regioni interessate, sulla base del monitoraggio dei dati epidemiologici e dei dati elaborati dalla cabina di regia, sentito il Comitato tecnico scientifico, sulla base di 21 indicatori sottoposti a monitoraggio (fra questi: l’andamento dell’indice Rt, il numero di casi sintomatici; l’andamento dei ricoveri in terapia intensiva e non; la percentuale di tamponi positivi su quelli fatti; il personale addetto all’attività di tracciamento e di somministrazione dei tamponi, il tasso di occupazione dei posti letto; il numero dei focolai attivi). L’Emilia-Romagna è inserita in zona gialla, quindi non in uno degli scenari di più elevata gravità: per questo, qui si applicano le misure restrittive base previste per tutto il resto del territorio nazionale.

Restano confermate tutte le indicazioni relative all’uso dei dispositivi di protezione individuali nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private, e all’aperto, fatto salvo che per i bambini al di sotto dei sei anni, le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina e durante l’esercizio dell’attività sportiva. L’utilizzo dei DPI si deve accompagnare alle altre misure di riduzione del contagio quali il distanziamento fisico di almeno un metro e l’igiene costante e accurata delle mani. Resta in vigore l’obbligo di rimanere presso la propria abitazione e contattare il medico curante per tutte le persone con infezione delle vie respiratorie con febbre maggiore di 37,5 gradi.

“Stiamo conducendo una battaglia contro il virus che non ci deve vedere arretrare- afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini– un impegno che ci coinvolge sia come Istituzioni che come singoli cittadini, chiamati a rispettare le limitazioni previste da questo nuovo Dpcm, pur nella consapevolezza dei sacrifici anche pesanti che questo richiederà per tutti. Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, il sistema sanitario sta tenendo, ma dobbiamo ridurre la curva del contagio per evitare che raggiunga livelli di pressione che inevitabilmente ricadrebbero sulle prestazioni ordinarie. Siamo la Regione che fa gli screening epidemiologici più estesi, col più alto numero di test sierologici, per individuare i positivi asintomatici e che arriva a fare in media 18-19 mila tamponi al giorno. A giorni avremo a disposizione un milione di tamponi rapidi, che saliranno a quasi 3 milioni entro fine mese. Strumenti importanti, con in primo piano lo sforzo senza sosta di medici, infermieri, operatori sanitari che ancora una volta voglio ringraziare”.

“Tuttavia – conclude l’assessore – il rischio zero non esiste e, lo ripeto, la battaglia che abbiamo davanti, in attesa del vaccino, richiede ancora uno sforzo collettivo e comportamenti individuali improntati al massimo della responsabilità. A partire dal rispetto delle tre regole fondamentali – uso della mascherina, distanziamento, igiene delle mani – che rappresentano una barriera fondamentale di difesa contro il virus”.

Scuola e concorsi – Nelle scuole superiori la didattica a distanza passa al 100% in tutto il territorio nazionale: per quelle dell’Emilia-Romagna vuole dire lezioni esclusivamente da remoto, visto che la Dad qui era fissata al 75%. Resta salva la possibilità di attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per assicurare l’effettiva inclusione degli alunni con disabilità o bisogni educativi speciali. Il nuovo Dpcm mantiene in presenza per le Regioni classificate in zona gialla l’attività didattica ed educativa delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, ma con uso obbligatorio della mascherina fatta eccezione per i bambini con meno di sei anni e le persone con patologie incompatibili. Saranno invece totalmente a distanza le attività formative e curriculari delle Università, ad eccezione di quelle del primo anno di studi e di laboratorio. Sospesi anche i viaggi di istruzione e le uscite didattiche. E lo è anche lo svolgimento delle prove concorsuali, ad esclusione dei casi in cui la valutazione sia effettuata solo su base curriculare o per via telematica

Rsa e Pronto soccorso – L’accesso di parenti e visitatori alle Residenze sanitarie assistite (Rsa), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani e persone con disabilità è limitato ai casi indicati dalla direzione sanitaria, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire forme di trasmissione dell’infezione. E’ anche previsto il divieto di permanenza nella sala di attesa dei Pronto soccorso per gli accompagnatori dei pazienti.

Commercio e somministrazione di alimenti – Le attività commerciali al dettaglio si possono svolgere liberamente fermo restando il rispetto della distanza interpersonale, gli accessi dilazionati e il rispetto dei protocolli di sicurezza. Il limite delle ore 18 non vale – ma limitatamente ai propri clienti – per l’attività di ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive. Resta consentita la ristorazione da asporto fino alle 22 e il delivery senza limiti di orario. Nessun limite orario anche nelle aree di servizio e rifornimento carburante lungo le autostrade, negli ospedali e aeroporti. Restano garantiti anche i servizi bancari, finanziari e assicurativi, l’attività del settore agricolo e agroalimentare.

Sale giochi e scommesse – Sospesa l’attività di sale giochi e scommesse, anche se svolte all’interno di locali adibiti ad attività differente, sale bingo e casinò.

Sport – Sono ammesse le attività di tipo riabilitativo e terapeutico fornite da piscine, centri benessere e termali, così come quelle rientranti nei livelli essenziali di assistenza. E’ consentito svolgere attività motoria e sportiva all’aperto o nelle aree attrezzate dei parchi pubblici, nel rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro e due metri rispettivamente. Restano consentiti gli eventi sportivi di interesse nazionale così come verranno definiti in un atto del Coni – sia per quanto riguarda gli sport individuali che di squadra – ma senza la presenza di pubblico. A porte chiuse anche le sessioni di allenamento degli atleti -professionisti e non- che partecipano a tali competizioni. Fiere e manifestazioni pubbliche – Sono sospesi i convegni, i congressi ad eccezione di quelli che si svolgono a distanza. Stop anche sagre e fiere. Vietate anche le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto comprese quelle conseguenti a cerimonie civili e religiose. Nelle abitazioni private è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi. L’accesso ai luoghi di culto è ammesso solo con misure organizzative tali da evitare assembramenti, così come per le funzioni religiose.

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