Lotta alla mafia e cultura della legalità, a Piacenza tre progetti da quasi 154mila euro

Promuovere e diffondere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile tra i giovani. Sostenere gli Osservatori locali per monitorare fenomeni di illegalità nonché favorire lo scambio di conoscenze e informazioni sui fenomeni criminosi e sulla loro incidenza sul territorio emiliano-romagnolo. Rafforzare la prevenzione in aree o in gruppi sociali a rischio d’infiltrazione o radicamento di attività criminose organizzate e mafiose. Proseguire nel riutilizzo di beni confiscati alle mafie, restituiti alle comunità locali.

Sono gli obiettivi dei 39 progetti presentati quest’anno da enti locali, università e scuole per progetti e interventi sul territorio in Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, per l’investimento di circa 1,6 milioni di euro. Progetti sostenuti dalla Regione con un contributo di quasi un milione di euro, nell’ambito delle proprie politiche per la legalità e la prevenzione del crimine organizzato.

I PROGETTI A PIACENZA – In provincia di Piacenza vengono proposti 3 progetti, il cui costo totale è di 153.988 euro. Il contributo della Regione è di 118.000 euro. Il primo progetto è del Comune di Piacenza (“In comune – cittadinanza responsabile e sicurezza urbana”) e segue due diversi filoni di intervento: uno operativo e di supporto delle autorità preposte al controllo dei fenomeni criminosi per consentire loro una maggiore efficacia di intervento sul territorio attraverso lo sviluppo di un sistema di interconnessione e interscambio di dati (cosiddetto “cruscotto della legalità”) volto anche a realizzare in prospettiva un vero e proprio sistema informativo per l’Osservatorio locale sulla Legalità. La seconda azione consiste in un’attività didattica formativa con la finalità di promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile tra gli studenti delle scuole secondarie, attraverso la realizzazione percorsi di approfondimento che utilizzano il linguaggio teatrale e tramite l’incontro con testimoni significativi. Il costo del progetto è di 31.788 euro e il contributo della Regione è di 21mila euro.

Con il progetto “Da capannone confiscato a Casa della cultura e della legalità”, il Comune di Calendasco intende invece trasformare il Capannone “Rita Atria”, bene immobile confiscato alla mafia, in una “Casa della cultura della legalità” per tutta la provincia di Piacenza, oltre che nella sede di varie associazioni del territorio e dell’Osservatorio Antimafia, gestito da Libera in collaborazione con il Liceo Gioia di Piacenza. Il progetto ha quindi un duplice obiettivo: il completamento della riqualificazione funzionale dell’immobile e la promozione di iniziative di educazione alla legalità rivolte all’intera comunità. In particolare, si intende procedere al completamento della riqualificazione del bene immobile con il miglioramento delle finiture generali, l’installazione delle necessarie dotazioni edili ed impiantistiche, l’efficientamento energetico, la creazione di un nuovo spazio-cucina esterno (attraverso la riqualificazione di un garage già esistente) a supporto delle iniziative pubbliche e di un portico quale ricovero di materiale della protezione civile.

Per il secondo punto, il Comune e il Coordinamento Libera di Piacenza intendono promuovere il primo “Campo E’State Liberi” organizzato nel piacentino, interamente dedicato al giornalismo d’inchiesta. Nell’anno scolastico 2019-2020 e nel nuovo anno scolastico 2020-2021 si confermano inoltre i percorsi di educazione alla legalità e di lettura promossi dal Comune in collaborazione con biblioteca, Coordinamento di Libera e Istituto Comprensivo di San Nicolò, rivolti agli studenti della Secondaria di primo grado del paese. Il costo del progetto è di 122.100 euro, di cui 117.100 euro in spese di investimento e il contributo della Regione è di 97mila euro, di cui 93mila in spese di investimento.

Il terzo progetto è del Comune di Castell’Arquato (“Le Nostre Radici, il Nostro Futuro”) e prevede un percorso di educazione alla cittadinanza responsabile ed è articolato in due attività: la prima, da svolgere all’interno della Scuola Secondaria di primo Grado e del centro di aggregazione comunale, è un’attività di tipo laboratoriale, e dà la possibilità ai ragazzi di confrontarsi con esperti del settore al fine di elaborare con loro il significato e l’importanza del senso di comunità. La seconda è rivolta ai giovani maggiorenni seguendo un percorso formativo imperniato sulla promozione dei valori della Costituzione italiana. La chiusura del progetto avverrà con la realizzazione di una guida alla legalità. Il costo totale del progetto è di mille euro e il contributo della Regione è di 800 euro.

I PROGETTI IN REGIONE – Nel maggio scorso la Giunta regionale aveva definito modalità e criteri per la concessione dei contributi, mentre nelle ultime settimane l’Esecutivo di viale Aldo Moro ha dato il via libera a 40 proposte progettuali – il numero più alto mai registrato in questi anni – nonché alla stipula di accordi di programma e altri di collaborazione con enti pubblici, comprese le amministrazioni statali competenti nelle materie della giustizia e di contrasto alla criminalità. Di queste, cinque riguardano Accordi di programma con i Comuni di Calendasco (Pc), Maranello (Mo), Berceto (Pr), Forlì e l’Unione Reno Galliera nella pianura bolognese relativi alla riqualificazione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata,con un finanziamento regionale complessivo di oltre 433mila euro.

I progetti sono stati presentati da Comuni, Unioni di Comuni, Province, Università e scuole per un costo complessivo degli interventi di 1 milione e 559 mila euro, di cui quasi 960 mila euro di contributo della Regione. “Insieme ai territori, alle istituzioni statali e alle forze dell’ordine lavoriamo sulla prevenzione promuovendo e sostenendo la cultura della legalità, attraverso iniziative rivolte soprattutto ai giovani – sottolinea il presidente della Regione, Stefano Bonaccini -. Diamo così continuità all’obiettivo di tenere alta la sensibilità nei territori rispetto al contrasto di tutte le mafie. Questo impegna cittadini, istituzioni, scuole e università a camminare in un’unica direzione, nella costruzione di una cultura della cittadinanza responsabile e del bene comune condivisa, partecipata e integrata. Collaboriamo attivamente al contrasto della criminalità organizzata attraverso protocolli e accordi con Prefetture e Magistratura, penso alla ricostruzione post sisma o alla vigilanza sugli appalti- chiude Bonaccini- ma non c’è dubbio che lavorare sul fronte della prevenzione e della diffusione della cultura della legalità sia altrettanto fondamentale”.

A fine luglio si è insediata la Consulta regionale per la legalità e la cittadinanza responsabile, organismo con funzioni conoscitive, propositive e consultive di cui fanno rappresentanti delle istituzioni locali e statali, del mondo del lavoro e dei settori produttivi, della società civile ed esperti degli ambiti professionali, accademici e di volontariato. Con i presidenti della Regione e dell’Assemblea legislativa regionale vi sono anche tutti i presidenti dei Gruppi consiliari presenti nella stessa Assemblea legislativa. “Per un lavoro di squadra- sottolinea il capo della Segreteria politica della presidenza della Giunta, Gianmaria Manghi, che ha coordinato i progetti arrivati dai territori e sostenuti dalla Regione- che veda tutto il sistema istituzionale e socio-economico dell’Emilia-Romagna compatto a difesa della legalità e contro la criminalità organizzata”.

Nelle diverse province dell’Emilia-Romagna i progetti riguardano Parma (4), Reggio Emilia (4), Rimini (2), Forlì-Cesena (1), Ravenna (3), Ferrara (6), Bologna (10), Modena (6).

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