Mostra di Ghittoni a Palazzo Galli, l’inaugurazione via streaming con Sgarbi

Venerdì 27 novembre (ore 18) a Palazzo Galli, la Banca di Piacenza inaugura – con l’intervento di Vittorio Sgarbi – la mostra permanente, allestita in Sala Fioruzzi, con 30 opere di Francesco Ghittoni, che hanno di recente arricchito la collezione d’arte della Banca, con importanti opere spesso ispirate a paesaggi della nostra provincia o ritratti di piacentini.

Si tratta del primo dei 20 eventi collaterali all’Ostensione dell’Ecce Homo di Antonello da Messina, opera di proprietà dell’Opera Pia Alberoni, che la Banca sentitamente ringrazia, a Palazzo Galli dal 29 novembre al 8 dicembre, con inaugurazione il 28 novembre, manifestazioni che si terranno tutte in diretta streaming, nel rispetto delle persone dei settori sia privato che pubblico impegnate a vincere la sfida dell’emergenza sanitaria del virus Corona.

L’artista piacentino – considerato un maestro della pittura italiana dell’Ottocento – è stato riscoperto a livello nazionale grazie alla grande mostra a lui dedicata a Palazzo Galli dall’Istituto di credito locale nel 2016 e curata proprio da Sgarbi, che con i suoi giudizi sul pittore ha contribuito in modo determinante ad attribuirgli la statura che meritava. Molte delle opere ora entrate nella collezione della Banca, furono esposte in quell’occasione. La raccolta dei Ghittoni consta di 32 dipinti (ritratti, paesaggi, scene di genere) e 1 disegno preparatorio e si riferisce alla produzione degli anni che vanno dal 1880 al 1895 circa, ritenuto da Ferdinando Arisi il periodo di più libera ispirazione dell’artista.

Chi ha raccolto e conservato amorevolmente queste opere è Andrea Tinelli, collezionista d’arte che ha scoperto l’artista piacentino grazie al compianto prof. Arisi. Tra i quadri più significativi, “La culla”, del 1882, molto curato e con la cornice in oro zecchino; “Vecchio che mangia la zuppa”, un olio su tela che ritrae un mendicante intento a far colazione all’angolo tra via Mandelli e via San Marco, seduto su una panchina che ora non c’è più; un “Ritratto di signora” del 1884; un “Autoritratto” e il bozzetto di “Doloroso addio”, l’opera più nota e accreditata del pittore piacentino posseduta – fra altre di Ghittoni – proprio dalla Banca di Piacenza.

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