“Rt ancora in calo, ma situazione ospedali da monitorare. Nei prossimi giorni il ritorno in zona gialla”

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“Gli ultimi dati, così come quelli della scorsa settimana, collocherebbero l’Emilia Romagna in un livello 2 di rischio, con un rischio alto per quanto riguarda l’impatto sulle strutture sanitarie: una combinazione che farebbe collocare la Regione in zona gialla, dove sappiamo che torneremo nei prossimi giorni. In questi giorni, almeno per questa settimana, permane però la zona arancione”.

Lo ha detto, confermando quanto già anticipato dal presidente Bonaccini, l’assessore regionale alla Salute Raffaele Donini nel consueto aggiornamento settimanale in diretta Facebook per fare il punto sull’andamento dell’epidemia. Donini è intervenuto dal Laboratorio Unico del Centro Servizi dell’Ausl Romagna di Pievesestina di Cesena, affiancato dal professor Vittorio Sambri, direttore dell’Unità Operativa Microbiologia dell’Ausl Romagna”.

“L’Rt – ha spiegato – continua ad abbassarsi: oggi siamo ad 1.07 rispetto all’1.14 della settimana scorsa, dato che ci fa maturare qualche speranza per le prossime settimane. Resta però pressante la situazione nei reparti covid, con una saturazione del 49%, superiore al dato indice sui posti totali fissato dal ministero al 40%, così come siamo di poco al di sopra per quanto riguarda il dato di saturazione delle terapie intensive, 33% contro il 30%. I nostri ospedali stanno reggendo, ma bisogna monitorare la situazione, anche perchè ricordo che l’Emilia Romagna, a differenza di molte altre regioni che hanno dovuto sospendere l’attività programmata a livello chirurgico e ambulatoriale, sta continuando ad erogare tutte le altre prestazioni per non perdere la capacità di curare tutte le patologie”.

VIDEO – IL PUNTO SULL’EPIDEMIA CON L’ASSESSORE DONINI

Parlando delle scuole, l’assessore ha spiegato che i focolai all’interno delle aule “sono pochissimi”, ma “sono tanti i ragazzi in età scolastica contagiati dalla riapertura degli istituti, 5.774. Dall’ultima settimana si sono contagiati 1.160 ragazzi, 651 che frequentano in presenza elementari e medie e 177 delle scuole superiori: questo conferma che il contagio non avviene solo a scuola”. 1.624 invece le persone positive al Covid all’interno delle residenze per anziani (273 in più rispetto alla scorsa settimana), il 6% del totale dei degenti: “Un impatto per fortuna diverso rispetto alla prima ondata – ha sottolineato Donini -, ma quando il virus entra in questi luoghi non solo si diffonde rapidamente, ma provoca danni clinici maggiori”.

“La capacità diagnostica dei laboratori – ha sottolinato il professor Sambri – doveva arrivare a 15mila tamponi al giorno per la fine di fine ottobre; ci siamo arrivati qualche settimana prima, ora siamo ad oltre 20mila. Davanti a numeri così imponenti è possibile che qualche giorno di ritardo ci sia stato, ma tengo a sottolineare che il ritardo è fatto sempre sulla base di una linea di priorità, a partire da quei tamponi il cui risultato può contribuire a tenere gli ospedali in questa condizione di normale attività o che permettono di controllare meglio l’epidemia”.

Donini ha ricordato che il tampone molecolare viene utilizzato “per fare la diagnosi da Covid”, mentre si utilizza anche il tampone antigenico rapido “per fare indagini epidemiologiche”: “Abbiamo chiesto al Governo che un tampone rapido positivo sia sufficiente per avere la diagnosi di Covid per evitare così di eseguire anche il tampone molecolare di conferma e concentrarci su altri”. “Il tampone antigenico ha una affidabilità molto alta, il falso positivo è praticamente impossibile – ha rimarcato Sambri -. Ottenendo questa approvazione, il numero dei tamponi che potremmo mettere in pista per giorno sarebbe molto più alto di quello attuale”.

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